Corriere della Sera - Sette

Le telenovela­s sono tornate (ma somigliano a un talent show)

- DI IRENE SOAVE

Minacciate dalla concorrenz­a turca, le serie tv sudamerica­ne cercano nuove strade, tra protagonis­ti teenager e scene di concerti che sostituisc­ono quelle d’amore. Abbiamo trascorso un giorno a Buenos Aires sul set della telenovela musicale Kally’s Mashup, che punta a diventare un successo per ragazzi e non solo

PROTAGONIS­TE

BUENOS AIRES –

Sotto i riflettori ci sono 35 gradi. C’è un vaso di caramelle: tento di rubarne una, ma sono state tutte incollate fra loro da un saggio assistente di scena. Dalla finestra si vede Buenos Aires, uno sfondo stampato: eppure sullo schermo è così realistico! Sono le 15.30. Da tabella di marcia, gli attori stanno girando la ventesima scena della giornata. L’obiettivo è trenta scene entro stasera. Siamo a San Isidro, sobborgo nord della capitale argentina, negli studi dell’emittente Telefé: il set è quello della seconda stagione di Kally’s Mashup, telenovela per preadolesc­enti – sono i suoi autori a definirla così, perché le puntate di ogni stagione sono moltissime e i colpi di scena altrettant­i – che si candida a essere la nuova Violetta. Da questi studios, e da queste latitudini, sono usciti culti Anni 90 come Milagros e Cuore selvaggio. La telenovela, qui, è come il limoncello ad Amalfi o il panettone a Milano: un prodotto tipico diventato un comparto industrial­e, e poi esportato in lungo e in largo. Il ritmo a cui si gira è quello di una romantica catena di montaggio: 30 scene al giorno, due puntate in tre giorni, stagioni da 75 puntate – ma le vecchie Topazio e Milagros arrivavano anche a 120 – girate e montate in tre mesi circa. Le scene non si rifanno: è quasi sempre buona la prima. Ed è buona davvero, o perlomeno, come si dice in tv, “funziona”: Kally’s Mashup sta conquistan­do l’America Latina e in Brasile è già il quinto programma più visto fra gli under 45. «A Hollywood mi chiedono come facciamo a tenere un passo simile», ride l’ideatore della serie Adam Anders. «Spiego loro che qui sono profession­isti da cinquant’anni».

MENTRE IO VISITO

questo set, un altro a svariati chilometri di distanza sta sfornando le scene in esterni delle prossime puntate. Qui negli studios si girano gli interni: la stanza di Kally, la protagonis­ta, quella di Dante, il suo contraltar­e maschile che in comune con lei ha l’amore per la musica, le aule del Conservato­rio dove è ambientata la serie – un misto fra telenovela e musical – due cucine. Curioso nel frigorifer­o: è pieno di vasetti e scatole di cibo, tutte senza etichetta né marchi. Mi scatta un paragone istintivo con le nostre fiction, dove in

Nella foto accanto, da sinistra, Saraí Meza, Maia Reficco e Fer Serrano. Maia, nei panni di Kally, è la star della serie: una ragazzina il cui sogno è cantare e che si trasferisc­e in città per frequentar­e il Conservato­rio

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