Corriere della Sera - Sette

Sora Rosa è un po’ africana

- EMERGENTE

ESISTE UN LUOGO

che non ha confini, a volte è dietro l’angolo, altre irraggiung­ibile. La via per arrivarci si può costruire, perdere, odiare, conquistar­e, trovare per caso, oppure si può sempliceme­nte percorrere, un passo dietro l’altro. Quel luogo è la terra dei sogni ed è sempre esistito anche per chi non l’ha mai raggiunta. Simona è in cammino e nella terra dei suoi sogni c’è la musica. Ci sono canzoni, serate live, dischi, pubblico, applausi. È c’è la sua voce, perfetta per il new soul, l’RnB e l’afro ma che lei addomestic­a a piacimento anche per altre sonorità.

Simona Barbui, in arte Symo, ha 27 anni, un cespuglio al posto dei capelli, e un entusiasmo e un garbo contagiosi.

Nell’era dei talent che spesso bruciano tutto troppo in fretta, la sua scommessa è prendersi tempo e lavorare duro sulla crescita musicale e vocale, studiare un percorso, insistere sulla profession­alità. Sogna di poter vivere di musica, un giorno, e per farlo ha lasciato il suo lavoro da cameriera e ora conta il tempo allenando la voce, scrivendo canzoni, provando melodie e non dimentican­do mai che cos’è la riconoscen­za: «Io sono una ragazza fortunata», dice, «perché i miei genitori con il loro aiuto economico mi permettono di inseguire il mio sogno». «I miei genitori» sono un padre eritreo e una madre etiope che vivono in Italia da quand’erano bambini. Symo è nata a Roma e anche se canta cover di autori inglesi, anche se interpreta canzoni dalla vocalità sottile e complicata come quelle di Elisa, ogni tanto mentre parla si sente l’accento «da romanaccia di borgata quale sono», come dice lei. Del resto «questo finora mi ha portato fortuna», aggiunge. Fortuna, perché Antonello Venditti l’ha notata a distanza incappando nel suo canale YouTube e l’ha sentita cantare la sua celebre Sora Rosa. Risultato: l’ha invitata ad aprire assieme a lui il concerto-evento romano dedicato alle donne, l’8 marzo dell’anno scorso. E così Symo, che fino a quel momento aveva cantato dal vivo soltanto in qualche locale (notata in quelle esibizioni da trasmissio­ni televisive e radiofonic­he nazionali) si è ritrovata davanti a una platea gigantesca a intonare Sora Rosa e L’amore non ha padroni. «Un’emozione indescrivi­bile», ricorda. Così come batteva forte il cuore mentre cantava per le selezioni di Sanremo: ci ha provato per due anni consecutiv­i passando però solo il primo step. Nata a Roma, classe 1991, Simona Barbui ha da poco pubblicato il singolo Non mi hai mai amata

NELLA SUA STORIA

sconosciut­a ai più ci sono anche creature sue, canzoni scritte in italiano e pubblicate come singoli: per esempio quella dedicata alle sue radici che si intitola Africa oppure Non mi hai mai amata, storia di un non-amore dedicata alle donne e appena pubblicata sul canale Honiro Ent con video, frutto di un contest al quale Symo ha partecipat­o e che ha vinto.

«Io e la musica ci frequentia­mo da quand’ero piccola»,

racconta. «Ricordo che giocavamo con mia sorella e le mie cuginette e che loro non mi coinvolgev­ano molto perché io ero la più piccola. E allora cercavo di rubare l’attenzione cantando finché ci siamo accorte tutte che forse avevo una bella voce!». Sono passati vent’anni e adesso è una certezza: Symo ha una voce bellissima, speriamo che arrivi nel luogo del suo sogno.

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