Corriere della Sera - Sette

Il coraggio dei ponti

- DI ROBERTA SCORRANESE ILLUSTRAZI­ONI DI

IIL PONTE PIÙ PONTE GIANCARLO ASCARI PIA VALENTINIS

Eche ci sia è una città: Pontedera. Lo è nel nome (che vuol dire cavalcavia sul fiume Era), ma lo è anche nella natura anfibia. Il centro toscano infatti divide i suoi abitanti in pontaderes­i e pontederes­i: i primi sono quelli nativi, i secondi sono quelli che ci vivono ma che non ne sono originari. Perché il ponte ha una doppia anima, unisce e divide. Come tutti i punti di congiunzio­ne tra due sponde, due persone, due idee.

Forse in nessun’altra creatura frutto d’ingegneria fragilità e stabilità convivono in una simile altalena di contrappes­i:

il ponte Morandi di Genova era il simbolo del progresso tecnologic­o conquistat­o nel secondo dopoguerra, ma poi il crollo, nello scorso agosto, ne ha rivelato tutte le invisibili crepe che da tempo – silenziosa­mente – ne minavano la tenuta.

Quel crollo ha toccato tutti nel profondo e forse non è un caso:

è proprio in tempi divisi e contrappos­ti che la figura simbolica del ponte si riaffaccia come una speranza.

Ecco perché l’interessan­te libro illustrato uscito per Bompiani e firmato da Giancarlo Ascari e Pia Valentinis, nel titolo è perentorio: Ponti. Non muri. E nella quarta di copertina recita: Un libro sui ponti. E perché non sui muri? Perché no. Eppure a volte i

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