IN SCOZIA IL SOGNO SI TINGE DI GIALLO
UN PONTE CHE CONGIUNGE
due parti di un sogno, come se nelle notti potessimo rammendare la realtà, farla diventare un tutt’uno, dimenticando l’assillante velocità con cui tutto si spezza. Siamo frammenti di un discorso rancoroso, particelle sparse nel deserto affollato delle nostre città… Poi spunta lei, donna senza nome, che si ferma a metà di un camminamento, sospesa nel giallo dell’autunno, e osserva di sotto, immersa nella grazia del paesaggio. Verrebbe voglia di credere che solo così sia possibile sanare le nostre cose, le nostre vite.
Siamo a Pitlochry, sul fiume Garry, piccolo corso d’acqua che attraversa le Highlands centrali, in Scozia.
In quella regione si fa ottimo whisky torbato e, guardando questa foto, si fa anche di più:
si vive come in un’origine delle cose, un impasto di natura e umanità non ancora atomizzato.
È bellissimo pensare che ci siano posti così intorno a noi, magari nascosti in un’Umbria uggiosa, in una Lombardia di valli quiete e fredde, in una Toscana opulenta e silenziosa, in una Calabria aspra e dolce allo stesso tempo o in una Sicilia imprevista, fatta di montagne e cavalli.
Siamo gente di città, ma dovremmo nutrirci anche di altro: del silenzio ancestrale, dei colori che non vedremo spesso, se non mai, tra i palazzi, tra la folla che corre intorno a noi e alberi che si spezzano sopra di noi.