Al lavoro
attività costruiamo belle case per la nostra famiglia, mandiamo i nostri figli a scuola. Se non facessimo così moriremmo di fame. Se il governo distrugge questo business qui scoppia una rivoluzione, perché è il nostro unico mezzo di sostentamento. Tre dei miei otto figli occupano posti importanti nell’esercito. Ma loro non hanno niente a che fare con il mio lavoro. Se si parla di hashish a tavola, si alzano ed escono dalla stanza». Poi sorride e aggiunge: «Se senti l’odore dell’hashish, capisci che è il miglior profumo che tu possa regalare a tua moglie.
Qui tutti fumano l’erba e finché ci sono i soldi sono felici e tranquilli. Lo Stato ha un debito enorme, non può darci niente».
I contadini che lavorano per Abou Hammad sono tutti siriani. «I giovani libanesi non vogliono fare i contadini, vogliono che le unghie delle loro mani non siano sporche di terra, ma pulite e ben tagliate». Poi prosegue: «Io adoro Dio, il mio Paese ed Edison, l’inventore della lampadina. Senza la scienza saremmo ancora al Medioevo. Non capisco le persone che bruciano le bandiere americane. Il progresso tecnologico arriva dagli Stati Uniti e dall’Occidente».
Sopra, un camion per il trasporto della marijuana fuori da uno dei magazzini dove si stocca e si lavora l’erba. In alto a sinistra, una donna in una fase della produzione di hashish