Lasagne alla norcina con sottofondo jazz
OGNI VOLTA CHE TORNO A CASA,
a Perugia, sento il richiamo irresistibile di prodotti e sapori locali: in barba a trigliceridi e colesterolo, vengo accalappiato dal pensiero di affettati, formaggi, torta al testo, tartufi o carne alla brace, e passo i giorni precedenti al mio arrivo a sognare quello che vorrei mangiare nei pochi pasti a disposizione. E soprattutto al dove.
Ecco, il dove è proprio il motivo per cui siamo qua: alla
Bottega del Vino, un’osteria che si trova a Porta Sole, uno degli angoli che preferisco della città, che persino Dante citava nel Paradiso.
Il locale è delizioso, poco illuminato, pieno di quadri, libri e bottiglie, con un grande bancone di legno, un pianoforte, una bicicletta che pende dal soffitto e un balconcino che, dallo spigolo di un palazzo d’epoca, si affaccia sul retro del Duomo e osserva da lontano Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore. Da quel balconcino ho ammirato Perugia mentre Corso Vannucci brulicava di attività, in estate, magari durante la serata di chiusura di Umbria Jazz, quando la Bottega chiude e comincia una festa memorabile; e in inverno, quando il centro è deserto e una nebbiolina sottile, colorata dai lampioni, lo riempie come fosse il letto di un fiume.
CHE SIA ESTATE O INVERNO,
però, l’atmosfera è sempre accogliente e calda, anche per merito dell’oste Filippo. E poi
la musica è gradevole – ogni mercoledì, da ottobre a maggio, c’è un concerto jazz – la carta dei vini curata e i piatti tradizionali umbri, ma rivisitati.
Io, ovviamente, non riesco mai a resistere al tagliere di salumi e formaggi, ma il menù varia ogni giorno e non delude mai: che sia una lasagna alla norcina con tartufo e salsiccia, la zuppa di cozze e ceci, la tagliata o la tartare. C’è un solo difetto: ora ho l’acquolina in bocca e ancora non so quando tornerò a Perugia.