Seduttori involontari e donne fatali nel mondo di Anthony Trollope
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ha le sue feste comandate. Una è quando esce un libro di Anthony Trollope, romanziere inglese (1815-1882) ingiustamente snobbato. A ogni nuovo Trollope (stavolta si tratta di Phineas Finn ,il secondo del Ciclo Politico o Ciclo dei Palliser) rivolgo un pensiero grato a Elvira Sellerio, fondatrice dell’omonima casa editrice, che ha perseverato per anni nel proporre i libri dello scrittore, a partire dal prodigioso Ciclo del Barsetshire, anche quando dai lettori (il mercato?) non provenivano grandi segnali di incoraggiamento. Phineas Finn, l’eroe che dà nome alla storia, è un giovanotto alto, bello e di buon carattere, che non lascia indifferenti le donne. Però è un seduttore involontario (come certi omicidi), quasi non si accorge del suo fascino, ed è tormentato da un sacco di problemi. Appena venticinquenne è stato eletto, quasi per caso e tanto per il suo charme (una donna potente lo ha preso in simpatia), deputato in Parlamento. Il guaio è che non ha uno scellino: all’epoca (gli anni Sessanta dell’Ottocento) i deputati non percepivano stipendi. Ha fatto il passo più lungo della gamba? Sarebbe stato meglio proseguire nella lenta ma solida carriera di avvocato? Non è che finirà in precipitosa rovina (bruciandosi le ali come Icaro che si avvicinò troppo al sole, chiosa il saggio Anthony)? Per gli uomini nelle sue condizioni la cosa migliore, secondo un’espressione del tempo, è «sposare del denaro» (gente pratica, gli inglesi). Phineas lo sa, ma non è uno senza scrupoli e poi, soprattutto, fa un discreto casino (una quantità innumerevole di gaffe) con le donne e l’amore.
Intorno al giovanotto si muovono donne terribilmente attraenti (e non solo in senso fisico). Il catalogo è questo. Lady Laura Standish (la donna potente che ha messo Phineas sotto la sua protezione). La deliziosa orfana ed ereditiera Violet Effingham, dal