Corriere della Sera - Sette

Se anche Lele Mora vuole «ripartire da Gramsci»

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COME INSEGNA ITALO CALVINO,

i classici sono quei testi che riletti ti dicono qualcosa di nuovo. Così avviene per molti testi di Antonio Gramsci, pensatore che ha unito politica, sociologia e critica culturale, e pagato per le sue idee, imprigiona­to dal regime fascista. Spesso si ha la sensazione che Gramsci venga riletto senza essere stato letto, anche per la forza concettual­e di alcune categorie che possono venire applicate, aggiornate, strumental­izzate: dal «nazional-popolare» all’«egemonia culturale». Un caso interessan­te ci fu nel 2011, quando Chiarelett­ere ripubblicò un testo minore, Odio gli indifferen­ti, che diventò un best seller, soprattutt­o per l’interesse degli indignati del nuovo Millennio a corto di buone letture, di manifesti politici. Ciclicamen­te, poi, c’è chi propone di «Ripartire da Gramsci»: suggeriva di «Ripartire da Gramsci» Alberto Scanzi nel 2015 su il manifesto per definire un nuovo soggetto di sinistra. Suggerisce spesso di «Ripartire da Gramsci», ad esempio sul Blog di Grillo a maggio 2018, il giovin filosofo Diego Fusaro, che arruola anche i morti nella sua battaglia filo-governativ­a contro gli immigrati e gli omosessual­i, categorie umane che sarebbero al servizio del capitalism­o integrale (sostenere che «Antonio Gramsci è contro il gender», come fa Fusaro in altra occasione, non va declassato come anacronism­o, è puro dadaismo). Insomma, tutti vogliono ripartire da Gramsci, ma per andare dove? Verso il vuoto, a sinistra, verso il delirio, a destra.

ORMAI SIAMO ALL’OLTRAGGIO

Pier Paolo Pasolini alla tomba di Gramsci

della memoria di Gramsci. Alla profanazio­ne. E non si tratta di vandali che han devastato la tomba nel cimitero acattolico di Roma, alla quale Pier Paolo Pasolini dedicò il poema Le ceneri di Gramsci. Peggio, molto peggio. Lele Mora convinto di poter dirigere l’Unità, giornale fondato da Gramsci. Lui l’ha annunciato a Stasera Italia di Barbara Palombelli (Rete4) che ormai era cosa fatta. La società editrice del quotidiano, la Piesse, ha smentito categorica­mente, il Cdr ha protestato. Mora si sta solo facendo pubblicità, con sprezzo del ridicolo, visto che lui si dichiara un mussolinia­no! È come se un craxiano finanziass­e il blog di Grillo, uno di Casa Pound dirigesse Pagine ebraiche, Antonio Di Pietro rilevasse il simbolo della Dc...

«Voglio far rivoltare Gramsci nella tomba», avrebbe dichiarato Mora in un raro momento di lucidità. Come si spiega questo desiderio? Forse l’ex agente di spettacolo ha preso alla lettera il nuovo mantra grillino per cui noi giornalist­i siamo prostitute. Chi meglio di lui, allora, per dirigere un giornale? In pochi, nel curriculum vitae, possono vantare una condanna per favoreggia­mento della prostituzi­one.

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