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Alessandro Bianchi
ALZARE I LIMITI DI VELOCITÀ
sulle autostrade è una pessima idea per una ragione molto semplice: va contro la sicurezza. È vero che già attualmente i concessionari hanno questa possibilità su alcune tratte, ma il fatto che finora nessuno se ne sia avvalso non è casuale:
le circostanze in cui a livello teorico è possibile adottare i limiti più alti sono praticamente impossibili da raggiungere nel concreto.
Caratteristiche progettuali ed effettive idonee, traffico e situazione meteorologica consoni: chi si mette a controllare in tempo reale? Come si informano gli automobilisti?
Al di là degli aspetti pratici, l’interrogativo di fondo resta: perché pensare a un provvedimento simile? C’è davvero così tanto bisogno di andare da un posto all’altro più velocemente? Negli ultimi anni è stato fatto molto, anche a livello europeo, per ridurre gli incidenti stradali, e mi pare che i risultati siano positivi. Non credo sarebbe saggio andare nella direzione opposta.
Gian Luca Pellegrini, 53 anni, è direttore della rivista automobilistica Quattroruote. Alessandro Bianchi, 73 anni, è urbanista ed è stato ministro dei Trasporti. Attualmente è rettore dell’Università telematica Pegaso
Molti citano l’esempio della Germania, dove è vero che circa tre quarti delle autostrade non hanno limiti. Ma non si tiene conto di alcuni dettagli:
una velocità consigliata esiste – ed è 130 chilometri orari appunto – e superandola non c’è alcuna sanzione, però se si causa un incidente si rischia di essere perseguiti. E poi in Germania la società guarda alle regole in modo diverso: una raccomandazione delle istituzioni è assai più facile che venga rispettata laggiù che da noi.