I diritti universali non valgono per tutti
E fake news e algoritmi sono una nuova emergenza
A 70 anni dalla carta firmata a Parigi che garantisce la dignità e la libertà degli esseri umani, possiamo fare un bilancio: quali diritti vengono rispettati e quali no? Il progresso sociale e civile si è diffuso in molte aree problematiche, ma ci sono arretramenti in Paesi già sviluppati, legati al mercato del lavoro e alle migrazioni
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE
dei diritti umani, di cui ricorre il settantesimo della firma a Parigi, si proponeva di estendere all’ambito sociale ed economico i principi scritti con il sangue delle rivoluzioni francese e americana e di ampliarne l’applicabilità a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, a prescindere dal regime politico e dall’ordinamento di ogni singolo Stato. In pratica, un rafforzamento dei diritti dell’individuo in relazione agli orrori che il mondo aveva patito con il nazismo e la Seconda Guerra mondiale -– l’Olocausto, il bombardamento atomico, le deportazioni di massa
– e alle conquiste culturali e civili del ventesimo secolo, in particolare rispetto alla condizione della donna e dell’infanzia.
La Storia del Dopoguerra fino ai giorni nostri racconta una distanza abissale fra le enunciazioni di principio e la loro messa in pratica in molti angoli del mondo. Genocidi, massacri, deportazioni si sono ripetute, dall’Africa all’Asia e persino alle porte dell’Europa, se si ricorda la tragedia della ex Jugoslavia. I drammi dei soldati bambini, della schiavitù e dello sfruttamento di donne e minori sono ricorrenti e non sono estranei nemmeno al mondo più sviluppato.
La caduta del Muro di Berlino ha provocato la fine del comunismo e della Guerra fredda e ha esaltato in molti angoli del mondo il diritto dei popoli all’autodeterminazione, senza scongiurare la minaccia nucleare e la proliferazione del commercio internazionale di armamenti.
Distanza ancora abissale dunque. Eppure, ridotta anche in Paesi le cui condizioni politiche ed economiche rendono problematica l’affermazione di diritti. La globalizzazione e lo sviluppo delle comunicazioni hanno