Cosa resta dei NERD
È SCOMPARSO
Stan Lee, l’uomo che ha reso mitologica la casa editrice di fumetti Marvel. La notizia merita di essere citata in apertura, e non solo per un doveroso omaggio al papà di SpiderMan e degli X-Men. Le reazioni che ha suscitato – paginate sui giornali, social invasi da dichiarazioni di stima – dimostrano che quella nerd non è più una sottocultura, ma un fenomeno globale. E questo autorizza la domanda:
Un tempo i nerd erano una nicchia, oggi spopolano in tv e al cinema, mentre i loro raduni sono presi d’assalto dai neofiti. Ma come mai la cultura nerd è diventata di massa? E cosa ne pensano i diretti interessati?
Qui sopra, una nei panni dell’eroina giapponese Sailor Moon a Francoforte nel 2010. Cosplay non è solo travestimento, ma anche interpretazione del personaggio che si vuole omaggiare
cosa significa essere nerd oggi che il nerd è trendy?
Da dizionario (Devoto Oli, 2017) il nerd è «un giovane di modesta prestanza fisica» con una «passione ossessiva per le nuove tecnologie». Ma chiedendo un parere ai diretti interessati si ottiene una definizione molto diversa. Non che ne esista una condivisa, tutt’altro: nell’introduzione alla raccolta di saggi Nerdopoli (effequ), lo sceneggiatore di fumetti Tito Faraci scrive che “cosa significa essere nerd?” è «il tipo di domanda su cui i nerd si scannano». Poi si cimenta: «Per me essere nerd significa passare dall’interesse direttamente all’ossessione». Eleonora C. Caruso, «nerd d’annata» (parole sue) e curatrice del volume, la mette così: «Vivere attivamente le passioni anziché subirle». Quanto agli oggetti tipici dell’ossessione li si può ricostruire, per sommi capi, scorrendo