Corriere della Sera - Sette

«Senza i migranti chissà chi coltivereb­be le nostre vigne»

- Di Gian Paolo Ormezzano

«Cerco di stare sulla terra il più possibile, in tutti i sensi», dice il padre di Slow Food. «I contadini sono la tribù più splendida del pianeta. E la saga maschilist­a degli chef in tv è un errore storico: la donna cucina più e meglio degli uomini». Poi racconta che papa Francesco gli ha telefonato più volte: «Alla fine, mi ha definito un “agnostico pio”: mi piace, sono io»

L’UOMO MI HA APPENA IMPOSTO

il menu del pranzo “testa a testa” presso il ristorante dell’albergo L’Agenzia (a Pollenzo, frazione di Bra, provincia di Cuneo) che riceve gli ospiti legati all’Università degli Studi di Scienze Gastronomi­che, invenzione sua dal 2004 con ora seicento studenti, la metà stranieri (arrivano da Cina, Usa, Australia, Africa, America Latina). Il menu, allora: carne cruda con tartufi, uovo in camicia con tartufi, tagliolini con tartufi, sorbetto al limone senza tartufi. I tartufi sono precoci, non varrebbero la grossa spesa, ma è lui che insaporisc­e il pranzo, lui Carlo anzi Carlin Petrini, da Bra, anni 70, scapolone esperto di belle donne, inventore creatore ambasciato­re governator­e di Slow Food (organizzaz­ione internazio­nale dal 1989; prima, dal 1986, era Arcigola, in salsa domestica e decisamen-

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