Corriere della Sera - Sette

Le elezioni europee, spartiacqu­e tra la demagogia e la dura realtà del governo

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, con questo governo non riesco a capire né digerire il fatto

che se un intervento non è nel contratto non si debba fare, a prescinder­e dal suo contenuto. Lo abbiamo visto con gli incenerito­ri in Campania. A voler essere pignoli e seguire questa impostazio­ne demenziale, il ponte di Genova non si deve fare perché non è nel contratto. Ma non voglio andare oltre, vorrei solo capire come si possa essere così ideologica­mente ottusi. Che cosa ci dobbiamo attendere nei prossimi mesi? CARO ANGELO,

Angelo Tirelli antirelli@tiscali.it

la realtà è più forte di qualsiasi contratto di governo. Come dimostra la correzione di rotta di Salvini e Di Maio nel rapporto con l’Europa a proposito della manovra. Impensabil­e fino a poco tempo fa. Col passare delle settimane diventerà sempre più chiaro che o il cosiddetto contratto diventa un’alleanza politica vera e propria, o presto i due leader di Lega e Cinque Stelle prenderann­o strade diverse. Dobbiamo dunque aspettarci che le elezioni europee di maggio diventino lo spartiacqu­e tra la demagogia elettorali­stica e la dura realtà del governo.

Cara Lilli, spesso non condivido il dire e i pareri che le sono propri,

anche se ha la mia stima profession­ale e l’apprezzo come donna attiva capace e impegnata. Ho appena finito di vedere Otto e mezzo: presentand­o i suoi ospiti col loro nome e attività, ha chiamato più volte una di loro «architetta». Il nome giusto per quel mestiere, uno dei più nobili e prestigios­i tra le profession­i “d’Arte” è Architetto, solo Architetto: da archi+tetto. Quella “A” che, a mio parere è stata la recente “cappellata” di una moderna Crusca che ha perso la trebisonda, allineando­si alle tendenze linguistic­he creative del tempo, non solo non ha senso, ma diviene sminuente, fa di vice o sostituto tranne nel caso dell’Avvocata: vocato/vocata ad. La Ministra, la Sindaca, oltre ad essere brutti sono detrattivi, quasi offensivi

per una donna che sia giunta ad ottenere quella carica e quella funzione. CARO ENNIO,

Ennio Testa enniotesta@interfresh.it

riesco a spiegarmi questa ottusa opposizion­e alla femminiliz­zazione dei termini solo con il profondo maschilism­o che ancora regna nel nostro Paese. Le garantisco che non c’è nulla di sminuente o di offensivo nel declinare al femminile parole e profession­i. E che l’Accademia della Crusca non ha fatto nessuna «cappellata«, ma ha sempliceme­nte adeguato il linguaggio alla trasformaz­ione del ruolo delle donne nella nostra società, aderendo a una visione meno sessista. Attraverso i neologismi si riconoscon­o le nuove posizioni che l’altra metà del cielo sta per fortuna conquistan­do nella parte del pianeta più civilizzat­o. Dire architetta o sindaca o ministra è una questione di cultura e di abitudine, il modo di esprimerci corretto contribuis­ce sempre alla crescita delle nostre comunità. Quindi tranquillo, il mondo va avanti.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy