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Per cento

del mercato mondiale è concentrato in otto Paesi: USA, Germania, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia, Australia e Italia mi ignora offrendo assistenza a un nugolo di damigelle quarantenni che progettano il restauro di un gazebo: una loro amica ci si sposerà in seconde nozze con rito druidico il prossimo giugno. Alla mia destra, un vecchietto dall’aria solenne estenua un commesso per dei rivetti non più in produzione, alla mia sinistra nevrotici muratori cinquantenni sfottono il geometra del cantiere in cui lavorano, di fronte un self car-designer sbraita all’auricolare per i prezzi della vernice spray... Mi si avvicina un ometto in completo scuro stropicciato e occhiali spessi. «Serve aiuto?», «Vorrei costruire una libreria e non so che legno usare…». Dopo 45 minuti di comparazioni tra noci, faggi e castagni, appassionate arringhe su vantaggi e limiti degli assemblaggi con spine di legno, rivestimenti zincati, bouquet naturali e frasi enigmatiche tipo «devi farci assolutamente una passata dopo aver passato il fissativo, ma prima di aver passato il satinante…» viene fuori che fa il contabile in un’agenzia di pompe funebri e da quando la moglie lo ha lasciato si è dato al bricolage per costruirsi da solo la bara dei suoi sogni. Sono tre anni che viene qui ogni pausa pranzo. E non ha ancora piantato il primo chiodo. L’idea di trapanare mensole e spalle, sistemarle perpendicolarmente, avvitare le viti di ogni coppia pregando Dio che restino in squadra, fissare tutto al muro senza che venga giù al primo scatolone di classici russi mi sembra decisamente un’impresa fuori dalla mia portata.

DECIDO DI PROVARE

a cambiare almeno il doccino dal ferramenta sotto casa vecchia. Al bancone, la foto in vendita di una sedia a dondolo Old America comple-