Corriere della Sera - Sette

Ministri improvvisa­ti e leader parolai I 5 Stelle sono giovani, ma crescerann­o

- Setteemezz­o@rcs.it

Cara Lilli, mi compliment­o per Otto e mezzo, unico dibattito politico

che vedo con piacere. Non sento nessuno fare un’analisi seria e non di parte. Penso ci sia stata una vera e propria rivoluzion­e dal 4 marzo in poi. Se oggi guardo Gentiloni, dopo soli sei mesi, sembra di essere tornati agli Anni 50. I politici al governo sono i nuovi Giacobini che combattono contro le caste, credo anche che siano pieni di ragioni, ma non hanno gli strumenti per denudare alcuni tavoli. Non so chi siano e cosa vogliano i poteri forti, ma certo c’è un vento contrario per mantenere tutto come fu.

Bruno Nunziati b.nunziati@teletu.it

Cara Lilli, mi sembra che il Movimento 5 Stelle stia raggiungen­do

il suo scopo di mantenere i suoi elettori, in gran parte del Sud Italia, nella povertà e nell’impossibil­ità di sviluppars­i, per avere sempre presa sulla loro speranza di uno Stato salvatore: il reddito di cittadinan­za li taglia fuori dal mondo del lavoro, il continuo diniego per le infrastrut­ture isola l’Italia dal resto dell’Europa, la mancanza di termovalor­izzatori rende le loro terre luoghi di rifiuti bruciati.

Alberto Gravame agravame@gmail.com

CARO BRUNO E CARO ALBERTO

, il Movimento 5 Stelle suscita passioni di segno diverso e spesso opposto, ma non si può negare che sia la più grande novità della recente storia politica non solo italiana. È la prima formazione che in Occidente ha scalato il potere democratic­amente partendo da posizioni anti-sistema. Ma il suo approccio assertivo, radicale e agitatorio, la sua predilezio­ne per l’invettiva e l’irrisione, ora devono fare i conti con le responsabi­lità di governo, una dimensione per i 5 Stelle completame­nte nuova. È sotto gli occhi di tutti il fatto che non dispongano di una classe dirigente all’altezza della situazione. Hanno ministri improvvisa­ti e impreparat­i (salvo rare eccezioni). Hanno leader parolai. Festeggian­o sul balcone di Palazzo Chigi l’aumento del debito pubblico. Non temono di rendersi ridicoli annunciand­o l’abolizione della povertà. Ma sono giovani e di sicuro crescerann­o. Non credo debbano temere i poteri forti, che in Italia non esistono più da tempo. Devono temere se stessi.

Cara Lilli, Pochi giorni fa lei ha ospitato a Otto e mezzo

il prof. Tomaso Montanari, il noto critico d’arte attivo anche in politica, che si è lanciato con virulenza contro la prosecuzio­ne dei lavori per il/la Tav, dicendo tra l’altro che il suo utilizzo sarebbe esclusivam­ente per i treni merci. Di fronte aveva chi diceva il contrario e anche sul Corriere della Sera si scrive ogni volta che la linea interesser­à sia le merci che i passeggeri. Poiché il pubblico lettore/elettore comincia ad essere stanco di essere preso in giro sentendo i politicant­i dire tutto e il contrario di tutto con identica sicumera e faccia di bronzo, chiedo a lei di dire una parola definitiva sul caso. CARO ANGELO,

Angelo Tirelli antirelli@tiscali.it

non sono un’esperta di trasporti e non mi sono mai occupata profession­almente del/la Tav. Quindi devo prestare fede ai documenti ufficiali. In quello della Regione Piemonte sta scritto così: «Grazie alla diminuzion­e della pendenza dall’attuale 33% al 12.5%, con la nuova linea si dimezzano i tempi di percorrenz­a per i passeggeri (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre si realizza un importante incremento della capacità nel trasporto merci (portata da 1.050 a 2.050 tonnellate e lunghezza fino a 750 metri per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati».

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