LA BREVE LESSICO TORINESE
Per riassumere: sette caratteristiche della prima capitale d’Italia che gli italiani non conoscono, o non capiscono. Come la filosofia del bogia nen: che non vuol dire”pigro”, ma “coraggioso”
ULA POSIZIONE.
Torino sta all’angolo, in alto a sinistra, e anche in epoca di treni veloci è scomoda da raggiungere. Perciò è così europeista nell’animo: su una cartina d’Italia può apparire laterale, ma si trova al centro di quella d’Europa.
LA DIMENSIONE. UNA CARATTERISTICA
di Torino che gli altri italiani faticano a cogliere? Diciamone 7.
Montesquieu la definì «il più bel villaggio del mondo», riconoscendole lo status di città atipica, con i vantaggi delle metropoli e però anche dei paesoni. Le piazze del centro storico non sono frequentate solo dai turisti. Gli indigeni vi passeggiano con orgoglio e dimestichezza, come se fossero nel salotto di casa.
LA FILOSOFIA.
Espressa dal tipico intercalare «esageruma nen» (non esageriamo) che si applica indifferentemente ai trionfi e alle disgrazie.
Persino la risposta automatica alla domanda altrettanto automatica «Come stai?», che quasi ovunque è «Bene, e tu?», a Torino diventa «Fora del let», fuori dal letto. Espressione che implica una visione precaria, ma estremamente realistica dell’esistenza ed è una difesa preventiva dai contraccolpi della felicità.
con eguale misura. LA COCCIUTAGGINE. A Torino si esulta e ci si dispera
La storia del «bogia nen» (chi non si muove) è un equivoco. Certo, i soldati piemontesi si meritarono quell’appellativo durante la battaglia dell’Assietta contro i francesi (1747) perché non si mossero. Ma nel senso che, di fronte all’avanzata dei trisnonni di Macron, rimasero ai loro posti invece di scappare a gambe levate. Dunque bogia nen non significa pigro o conservatore, ma