Corriere della Sera - Sette

La tecnologia è di casa

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al cantante canadese Justin Bieber, costretto a chiedere perdono e a dichiarare il suo amore per Pechino dopo aver postato su Twitter una foto scattata nel santuario di Yasukuni, a Tokyo, dedicato ai militari giapponesi considerat­i, dai cinesi, criminali di guerra. Stessa sorte ha subito il giocatore di basket NBA Bobby Brown, che si è permesso di scrivere con un gessetto le sue iniziali sulla Grande Muraglia. Per non parlare dell’azienda USA Gap, che ha dovuto ritirare dal mercato una T-shirt su cui compariva una mappa della Cina senza il sud del Tibet, Taiwan e alcune isole del Mare Cinese Meridional­e, tutti territori che Pechino rivendica.

Sopra, la Biblioteca dell’Amicizia tra Cina e Singapore. Gli utenti non hanno bisogno di una tessera perché si accede agli scaffali con il riconoscim­ento facciale. A destra, dipendenti dell’azienda cinese UBTech Robotics a Shenzhen

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