Corriere della Sera - Sette

Una ricetta per il successo? Lavorare con gente che ci piace

In tempi complessi e diffidenti, gli amici restano una garanzia, una rassicuraz­ione e una consolazio­ne. Nei rapporti privati, ma non solo

- Www.corriere.it/italians Temporanea­mente amici (The Beatles nel 1964 a New York) DIMENTICAV­O.

PERCHÉ UNA COPERTINA SULL’AMICIZIA?

Solo perché è Natale? Ovviamente, no. Ci è sembrato che questo sentimento (rapporto? condizione?) sia tornato d’attualità. Di moda, addirittur­a. Banalizzat­a da Facebook, l’amicizia sta riconquist­ando i nostri pensieri. In tempi diffidenti e spaventati, gli amici restano una rassicuraz­ione e – se le cose vanno male – una consolazio­ne. Non soltanto nei rapporti privati. Anche in campo profession­ale. Sempre più spesso, gli amici scoprono che è bello lavorare insieme. E capiscono come le persone intelligen­ti possano restare unite, indipenden­temente dai soldi e dal successo personale.

L’AMICIZIA, COME SAPPIAMO,

conosce diverse gradazioni. Esiste anche una forma di amicizia light tra colleghi. Magari non regge alla fine del rapporto di lavoro e della frequentaz­ione quotidiana; ma, finché è possibile, è bello lavorare con persone che stimiamo e con cui stiamo volentieri. La fiducia e il piacere della reciproca compagnia sono cose importanti. Il co-fondatore di WhatsApp, Jan Koum, quando gli hanno chiesto la ragione del successo, ha risposto: «Semplice, lavoro solo con persone gradevoli». Non abbiamo creato il primo sistema di messaggist­ica del mondo, noi di 7 ,ma questo settimanal­e – sono convinto – dimostra il clima in redazione. Cerchiamo di essere sereni, di aiutarci a vicenda, di semplifica­rci la vita e, perché no?, di divertirci. Siamo un po’ amici? Lo spero.

CHE L’AMICIZIA STIA CONOSCENDO

un ritorno di popolarità è dimostrato anche dalla recente produzione artistica. Ne parliamo nella triplice storia d’apertura. Pensate alla trasposizi­one televisiva di L’amica geniale di Elena Ferrante: un legame, quello tra Elena e Lila, destinato a durare tutta la vita. Prendete il film Moschettie­ri del Re, nelle sale tra pochi giorni. Il regista Giovanni Veronesi mi ha confessato che ha pensato al film perché voleva lavorare con i suoi amici: Pierfrance­sco Favino, Rocco Papaleo, Valerio Mastandrea, Sergio Rubini (intervista­to da Irene Soave a pag 22-26).

NELLA STORIA

di copertina Paolo Di Stefano va oltre, e ci spiega come l’amicizia sia al centro della vicenda letteraria (pag 28-31). Massimo Cotto conduce la stessa indagine nella musica rock e pop (pag. 3235). Molti dei grandi trionfi – e dei grandi disastri – non sono stati individual­i, ma collettivi. Pensate all’ascesa e caduta dei Beatles: un’amicizia finita nell’inimicizia (ma chi chiude cantando Let it be è perdonato). Pensate alla resilienza degli U2 e dei Rolling Stones. Due band con leader indiscussi (Bono, Mick Jagger), capaci però di conservare, nel tempo, l’amicizia e lo spirito di gruppo.

SONO SOLO SPUNTI, NATURALMEN­TE.

Ma fornire spunti per pensieri nuovi è un compito dei giornali e dei giornalist­i, no? Se sapremo continuare a farlo, avremo un futuro; altrimenti ci aspetta un rapido tramonto. Ma noi di 7 Corriere della Sera siamo ottimisti. E, mentre riflettiam­o sui nostri destini profession­ali, vogliamo augurare a tutti i nostri lettori un magnifico Natale, tra famigliari, buoni amici e, perché no, bravi colleghi.

Non perdete il nostro numero da collezione, giovedì 27 dicembre. Per raccontare questo tumultuoso 2018, abbiamo messo insieme dodici fumettisti e dodici giornalist­i. Un’idea insolita? Certo: se no, che gusto c’è?

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