Corriere della Sera - Sette

Natale ferroviari­o

- GIORGIO CAPRONI *

San Giuseppe non aveva mai visto una locomotiva ed aveva paura di perdere i biglietti.

Era una sera di grandi partenze, la stazione febbrile di folla e di fischi, di luci.

Giunti troppo presto, avevan perso tempo al buffet...

Non avevano prenotato i posti, ed era corsa voce che avessero sbagliato treno.

Nessuno ad augurargli buon viaggio.

Gli amici non erano stati avvertiti. Vomitando fumo giallo e turchino come un drago il treno cambiava binario agli scambi, e ancora cambia, va più svelto, va. Scompaiono i sobborghi ed i segnali.

In piedi nel corridoio. Chi avrà compassion­e d’una donna incinta e così bella e che geme?

Nello scompartim­ento vicino certi zeloti si presero spartendos­i le provviste. Alcuni richiamati facevano i maliziosi. Un pubblicano tronfio d’esose esazioni e la sua signora, una negra bellissima, occupavano i posti d’angolo sul corridoio. Un gran sacerdote faceva finta di leggere.

Un treno passa fragoroso e il bambino già ne sbigottisc­e nella notte materna.

Via diritti per la gran distesa, nevichi, piova, che importa quando rinfresca l’aria il fiume attraversa­to. Già il tempo s’addormenta e le città diradano. Foreste non superate e borghi, la valle rimonta. Alle stazioni sconosciut­e le sbarre s’abbassano e si rialzano nella campagna arrotondat­a di lassù dalla volta stellata.

Il canto degli angeli attutito dalle nuvole non ce la fa a trapassare i boati del vagone. La Vergine chiude gli occhi contro il vetro, vede.

– Tutti scendono – Albeggia.

San Giuseppe ha raccolto le valige. Il ferroviere apre gli sportelli.

Sul marciapied­e l’asino e il bue son già li a parlottare.

Ah, dice Maria umilmente, è qui che ha da compiersi la parola.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy