Corriere della Sera - Sette

«Parlo con qualcuno, e il giorno dopo non c’è più»

- Di Viviana Mazza foto di Diego Ibarra Sánchez

Incontro con la reporter libanese del che, attraverso una rete di contatti costruiti su Skype e WhatsApp, ha raccontato il conflitto in Siria nonostante i limiti imposti dal governo e i pericoli enormi nelle zone controllat­e dagli estremisti: «Ho rischiato di fare la fine del giornalist­a saudita ucciso»

«MOLTI SOSTENGONO

che la situazione in Siria stia migliorand­o, che stia diventando normale. Ma quale normalità? Non riesco a vedere niente che sia normale. E non è finita».

Hwaida Saad lavora dal 2008 per il New York Times .Lo scorso novembre è stata a Milano, ospite di Racconti di Guerra, il festival dedicato alla giornalist­a del Corriere della sera Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanista­n. Sul palco ha raccontato la sua storia, che negli ultimi otto anni ha coinciso con la storia della guerra civile Siria. Libanese, Hwaida non aveva una formazione giornalist­ica quando è stata assunta dalla redazione di Beirut del quotidiano newyorches­e. Aveva fatto lavori diversi, incluso quello di segretaria di un’azienda di ricambi d’auto. Ma ha un incrollabi­le entusiasmo, una risata contagiosa e un’abilità speciale nel creare legami, anche a distanza, con le persone. Qualità che si rivelarono essenziali nel 2011, quando scoppiaron­o le proteste contro il regime in Siria. libri:

(con altre giornalist­e arabe), in uscita ad agosto per Penguin Press

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