Corriere della Sera - Sette

Quando il grunge è un po’ sgrunt

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MI CAPITA DI DIRE

a qualcuno «oggi sei un po’ sgrunt». E magicament­e mi rendo conto che anche se non significa niente quella o quel qualcuno capiscono: sono sgrunt, in effetti. Perché sgrunt è una parola che mantiene le promesse. Non si adatterebb­e mai a una persona felice, alla quiete di un momento, alla bellezza di un panorama. E invece è perfetta per una giornata storta, uno stato permanente di irritazion­e, un’espression­e di rabbia...

L’altro giorno mi sono chiesta: a chi apparterrà mai sgrunt? Ci sarà un diritto d’autore sul suo utilizzo? La domanda è arrivata assieme alla lettura di una notizia a tutti gli effetti molto sgrunt. E cioè:

i Nirvana – stavolta a dispetto di quel che promette la parola – se la sono presa parecchio e hanno mostrato, appunto, la loro faccia sgrunt allo stilista Marc Jacobs.

Motivo? I disegnator­i della nuova collezione – la rivelazion­e è di Tmz – avrebbero commesso due errori a danno della band di Aberdeen (Washington) che ha fatto sognare milioni di fan fino al il 1994, l’anno in cui tutto finì dopo la morte del frontman Kurt Cobain.

TANTO PER COMINCIARE

x al posto degli occhi. Pare che quella smiley face fosse un marchio depositato nel lontano 1992 e la leggenda dice che l’abbia disegnata Kurt Cobain in persona per festeggiar­e l’uscita di Nevermind, nel 1991. Dev’essere molto piaciuta ai disegnator­i della casa di moda che hanno deciso di farla diventare soggetto di calze, camicie, T-shirt e maglioni.

della lite giudiziari­a per adesso è il silenzio e lo stesso Tmz – sito fra i più popolari al mondo che si occupa di gossip e celebrity – dice di aver inutilment­e insistito per avere la replica di Marc Jacobs.

Certo gli sgruntissi­mi avvocati dei Nirvana non si accontente­ranno di sapere che la casa di moda ha in parte modificato la faccina squinterna­ta della band: al posto delle x che erano gli occhi, sulle T-shirt si vedono le iniziali, M e J.

E poi la faccenda della parola grunge (dall’aggettivo grungy, sudicio): diventerà una battaglia su un pezzo di storia del rock, c’è da scommetter­ci. Perché la paternità di quel titolo non è chiara, anche se è vero che fu proprio il successo dei Nirvana a diffondere il termine a dismisura per indicare, dice Wikipedia, «qualunque band con un suono basato sul trio basso-chitarra-batteria».

Siamo sicuri che nel confronto con il big della moda gli eredi di Cobain e gli altri sapranno dosare gli sgrunt. Se non altro per far onore al nome che portano. Dice la Treccani che la parola Nirvana viene dal sanscrito: «nel buddismo è lo stato perfetto di pace e felicità, culmine della vita ascetica». A sinistra, la faccina simbolo dei Nirvana; a destra, la maglietta di Marc Jacobs con le sue iniziali a sostituire le due x dell’originale

Jacobs – dicono gli avvocati del gruppo – ha intitolato la collezione sotto accusa Bootleg Redux Grunge. E quel termine, grunge (che secondo me ha una certa parentela con sgrunt) è l’indicazion­e del genere di musica rock del quale il gruppo è fra i fondatori. E poi c’è la questione del famoso smile symbol, il logo dei Nirvana che rappresent­a una faccina né felice né sgrunt. Con un sorriso sbilenco, la linguaccia di lato e due

LA REAZIONE ALLA NOTIZIA

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