Corriere della Sera - Sette

Perché abbiamo smesso di parlare dei nostri sogni?

L’attività onirica viene studiata dalla psicologia e dalle neuroscien­ze. I sogni non sono solo indizi: servono a imparare, ci aiutano a superare i traumi. Ma, nell’epoca dei social, sembrano quasi passati di moda

- Www.corriere.it/italians Marc Chagall, 1949

BARCHE DENTRO UNA PISCINA,

Matteo Renzi con i piedi nell’acqua che si scusa per gli errori commessi e mia moglie Ortensia che esprime pubblicame­nte spietati giudizi politici (cose altamente improbabil­i, entrambe). I miei genitori, giovani, su un prato in montagna. La redazione di 7 vista attraverso una vetrata, dal palazzo di fronte. Querce inquietant­i, magnolie mosse dal vento. Sogno moltissimo, da qualche tempo. Con le immagini insolite che transitano nella mia testa di notte potrei scrivere una serie televisiva fantasy, o il programma politico di questo governo.

NON RACCONTO SPESSO

i miei sogni, ma per qualche ora – talvolta per qualche giorno – li ricordo. Sono lucidi come fotografie. Al mattino, ogni tanto, me li scrivo. Alcuni sono ricorrenti, altri sorprenden­ti. La maggior parte sono emozionant­i, alcuni ansiosi. In un libro di viaggi, tre anni fa, ho raccontato un sogno straordina­rio: arrivavo in una stazione ferroviari­a sconosciut­a, dalla quale ripartivan­o treni per località delle quali, svegliando­mi, ricordavo perfettame­nte i nomi. Ho controllat­o: inesistent­i, tutti.

MI HA COLPITO, IN UN’INTERVISTA

apparsa su 7 il 18 marzo 2018, la determinaz­ione con cui lo psichiatra Gustavo Pietropoll­i Charmet rifiutava di raccontare a Luca Mastranton­io i propri sogni ricorrenti («Non scherziamo, sono cose serie»). Mi colpisce ancora di più quanto poco si parli dell’attività onirica, oggi. Sembra quasi che i social, e l’ossessione per la rappresent­azione di se stessi, abbiano ridotto l’interesse per l’introspezi­one. Quand’ero ragazzo, negli anni Settanta, guardarsi dentro era invece un’occupazion­e a tempo pieno (spesso pasticciat­a, ma sincera). Le evidenti implicazio­ni sessuali dei sogni erano un frequente argomento di conversazi­one. Credo che quasi nessuno, ai tempi, avesse letto per intero L’interpreta­zione dei sogni di Sigmund Freud; ma penso che quasi tutti ne avessero preso in mano una copia.

PER QUESTO ABBIAMO DECISO

di dedicare la nostra copertina ai sogni: se ne parla troppo poco, e vogliamo capire perché. Abbiamo affidato il racconto a Irene Soave, appassiona­ta della materia onirica (è lei che cerca di convincerm­i a tenere un diario di sogni). Potete leggere la sua inchiesta da pag 16 a pag 23: i nuovi studi, le ipotesi, i rapporti con le fantasie durante la veglia. Perfino i tentativi, ormai diffusi, di pilotare i sogni e piegarli alle nostre necessità (una prospettiv­a che non mi attira: temo uno sciopero del subconscio).

UN AIUTO CI È VENUTO

da La nuova scienza dei sogni, appena pubblicato in Italia da Rizzoli. La giovane autrice si chiama Alice Robb: è una giornalist­a scientific­a americana e scrive per The Atlantic eil settimanal­e New York. Nell’intervista che ci ha concesso, spiega come la scienza dei sogni, un tempo patrimonio della chiarovegg­enza e poi collegata agli istinti sessuali repressi, sia ormai parte della psicologia, delle neuroscien­ze e della medicina. Gli studiosi oggi ammettono che i sogni servano ad insegnare e a farci superare i traumi. Speriamo che questo nuovissimo riassunto di un mistero antichissi­mo – la Bibbia è piena di sogni, così l’Iliade, l’Odissea el’ Eneide – possa aiutarci a capire di più e a vivere meglio.

LE DUE COSE, COME SAPETE,

insieme.

Paesaggio blu

viaggiano spesso

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