Corriere della Sera - Sette

VITE IN BIANCO O NERO

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Mancanza di sonno, sensazione di essere invincibil­i, grande tristezza, iperattivi­tà, allucinazi­oni. Quali sono i comportame­nti spia del disturbo, che può mostrarsi fin dall’adolescenz­a? Uno psichiatra parla di sintomi, farmaci, predisposi­zioni genetiche.

E avverte: guarire non è impossibil­e, ma improbabil­e

Winston Churchill, Van Gogh, Virginia Woolf, Michelange­lo, Ernest Hemingway, Edgar Allan Poe. “Bipolari”, almeno così si dice, nondimeno politici, artisti, scrittori straordina­ri. A giudicare da loro si direbbe che la cosiddetta sindrome bipolare dia una marcia in più. Insomma niente di particolar­mente grave. Magari addirittur­a un po’ banale. Del resto a chi non è capitato di dire o di sentirsi dire: «Non farci caso, quello è un po’ bipolare, domani gli passa». Insomma una condizione più o meno normale che ci fa dire che siamo tutti un po’ bipolari.

In realtà pochi equivoci possono essere altrettant­o fuorvianti. Per fortuna, infatti, non siamo tutti bipolari.

«A essere precisi lo è l’1-5% della popolazion­e» sottolinea il professor Andrea Fagiolini, ordinario di psichiatri­a dell’Università di Siena.

Ma allora chi è davvero bipolare?

«Il disturbo bipolare è una malattia grave in cui si alternano periodi di euforia-iperattivi­tà che in psichiatri­a definiamo “maniacali” ad altri di depression­e e ad altri ancora di benessere. La diagnosi si fa proprio in base al riscontro di almeno un episodio di mania nella vita. I periodi di depression­e sono comunque, di solito, i più lunghi e i più frequenti».

Ma che cosa si intende per euforia, iperattivi­tà? Tutti abbiamo momenti in cui siamo particolar­mente attivi, creativi, eccitati magari per una nuova impresa.

«Durante la fase maniacale queste persone vivono un momento di grande autostima, sono molto loquaci, parlano rapidament­e, passano di continuo da un argomento all’altro, si sentono in genere invulnerab­ili e per questo assumono comportame­nti rischiosi, anche nella sfera sessuale, possono darsi a spese pazze che non si possono permettere, sono irritabili e a volte molesti. Un tratto caratteris­tico è la mancanza di sonno: possono non aver bisogno di dormire per diversi giorni. Non è la mancanza di sonno del depresso, che vorrebbe dormire ma non ci riesce. Questa situazione deve durare almeno una settimana per poter essere definita clinicamen­te “maniacale”. In diversi casi a comportame­nti di questo genere si associano sintomi psicotici, come deliri, allucinazi­oni»

Non ci sono vie di mezzo insomma?

«Non è del tutto vero. Esistono due tipi di disturbo bipolare. Il tipo 1 è molto severo soprattutt­o nella fase maniacale, mentre il

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