C’È UN’INVIDIA DEL PARTO DA ZEUS AI CYBORG
Questo non è un auspicio, una visione o una profezia. È un avvertimento. Della serie che a pensar male si fa peccato, ma ci s’azzecca. Il sospetto è il seguente: che in quel futuro che va nella direzione della riproduzione artificiale in cui il corpo della donna non sarà più essenziale ma potrà essere sostituito da un contenitore, si annidi un desiderio maschile inconfessato. Quale? Quello di realizzare il sogno segreto... dell’uomo incinto, del maschio che riesce a riprodursi da solo, arrivando finalmente a dissociarsi dalla dipendenza dal corpo femminile, da usare a quel punto non anche per la creazione, ma esclusivamente per la ricreazione.
È una storia vecchia, ma sempre nuova. Quel corpo di donna che possiede il terribile potere di riprodurre la specie ha subìto quasi sempre e dappertutto due destini opposti e uguali: o l’essere dannato e denigrato in quanto capace soltanto della produzione di esseri mortali, o il venire santificato e benedetto perché in grado di generare dei. Se avete letto Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood o avete visto la prima serie (e se non l’avete fatto fatelo subito, è un ordine!) avrete capito di che cosa sto parlando. Delle donne protette e venerate e insieme segregate e umiliate affinché assolvano la funzione della procreazione (con anche un po’ di ricreazione). Oggi però siamo finalmente in grado di affermare che le donne sono (sempre state) in grado di esercitare sia la funzione fisicamente procreativa, sia quella mentalmente creativa, ovviamente se glielo lasciano fare, se permettono che siano istruite e libere e possono usare tutta la loro intelligenza, come scriveva Gramsci. Quell’intelligenza di cui sembra ci sia assoluto bisogno in questo mondo impazzito.
IL CORPO FEMMINILE HA SUBÌTO QUASI SEMPRE DUE DESTINI OPPOSTI: È STATO DENIGRATO OPPURE SANTIFICATO