Corriere della Sera - Sette

La mamma in moto E la frase di Clinton degna di Camilleri

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DEPOSIZION­E GIURATA dell’avvocato Gianni Roj a proposito di La partita di Piero Trellini (il romanzo su Italia-Brasile del Mondiale 1982 qui nominato Libro dell’Anno 2019): «L’ho divorato e messo al posto d’onore nella mia bibliotech­ina di libri sul calcio e sul Genoa, di cui – contro ogni razionalit­à – sono tifoso dalla nascita. Quella partita l’ho vista sulla sedia a dondolo di mia madre perché lei, dopo il primo gol di Paolo Rossi, non riusciva più a stare seduta e aveva deciso di mettersi a stirare le mie camicie davanti al televisore: camicie che, nelle pieghe, rifletteva­no l’andamento dell’incontro.

Gli ultimi dieci minuti li ho passati in piedi anch’io ma senza stirare. Sei giorni dopo eravamo in Piazza De Ferrari a Genova a festeggiar­e l’Italia campione del mondo: la mamma l’aveva portata in moto un mio amico. Nella mia 500 eravamo già in cinque, uno fuori dal tetto. Lei, che in moto non era mai andata (né ci sarebbe più salita), invece di “accompagna­re” la curva si piegava dalla parte opposta. Il mio amico ha fermato la moto e le ha detto: “Liliana, devi piegarti come mi piego io, altrimenti a De Ferrari non arriveremo mai”. Lei, perplessa ma ubbidiente, si era adeguata. Chi c’era ricorda tutto di quella partita. La bravura di Trellini è che, leggendo il libro, quasi non vediamo l’ora, capitolo dopo capitolo, di sapere com’è finita. Quando abbiamo vinto il Mondiale nel 2006 è stato diverso, il campionato della mia generazion­e era stato quello dell’82. Il calcio di adesso non mi piace (troppa finanza) e, non fosse per il Genoa, potrei anche fare a meno di seguirlo». Che bravo che è lei.

GIANNI CAVERZASIO: «Sto leggendo in contempora­nea (come mio solito) Márquez (Dell’amore e di altri demoni) e Simenon (Le persiane verdi). Mi chiedevo, a chi darei il Nobel? Io a Simenon e lei?». Pure, ma solo perché Márquez l’ha già avuto.

BRUNO BERNI: «Purtroppo sono all’estero e quindi mi sono perso e La Lettura (spero nulla di irrimediab­ile). Ho riletto Il birraio di Preston e confermo che si tratti del miglior libro di Camilleri. Geniale nella costruzion­e della storia. Mitico nei personaggi e nell’ambientazi­one. Che dire? Non capisco come abbia fatto Clinton a leggerlo in inglese». Risposte. 1) Spera male, caro Bruno, ha perso puntate fondamenta­li (su esu La Lettura). 2) Sul podio accanto al Birraio metterei almeno La concession­e del telefono e un Montalbano. 3) Oltre a leggere in inglese Il birraio (romanzo che ama follemente), Bill Clinton può fare molto di più. Un esempio. In L’educazione sentimenta­le di AK-47 di Amitava Kumar (Boringhier­i editore) leggo che quando Obama fu rieletto presidente degli Stati Uniti, il commento di Clinton fu questo: «È più fortunato di un cane con due c***i». Certi personaggi di Camilleri non avrebbero saputo dirlo meglio.

CLINTONIAN­O, in senso lato, mi sembra anche Boris Pil’njak, scrittore perseguita­to (forse fatto fucilare) da Stalin. Nel suo libro Ivan e Maria scrisse questa frase che avrebbe fatto impazzire Freud: «La Rivoluzion­e puzza di organi sessuali».

IL MIO MONDIALE È STATO QUELLO DEL 1982. EPPURE NON VEDI L’ORA DI LEGGERE COME FINISCE

LA PARTITA

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