Corriere della Sera - Sette

Vincenzo rimette a nuovo la casa di Anita e Raul

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Stava facendo un bel lavoro, Vincenzo. Lo sapeva. Lo sapeva per la sua lunga esperienza, e anche per gli apprezzame­nti di sua moglie Nora, che ogni tanto compariva alle sue spalle a dirgli che la stuccatura era fatta proprio bene, e che il colore che aveva dato agli infissi era quello giusto. Era partito male, lo sapeva, perché non gli piaceva fare quel genere di lavori da solo, senza la squadra, perché non gli piaceva ritrovarsi da solo a rimettere a posto magagne e vizi nascosti di appartamen­ti in affitto. A lui, da quando era ragazzo, era sempre piaciuto cominciare da zero. Tendere fili. Tirare su pareti. Impilare i mattoni. Vedere che dove prima non c’era nulla poi dopo il suo lavoro c’era qualcosa. E quello era invece solo un veloce lavoro di rimessa a nuovo. I due committent­i, Anita e Raoul, non vedevano l’ora di entrare in quella casa. E poi, e questa era la ragione più importante di tutte, era partito male perché quello era il primo lavoro che aveva preso da quando Nora era morta. Negli ultimi otto mesi (sette mesi e ventidue giorni, a essere precisi), con una scusa o con un’altra aveva rifiutato tutti i lavori. Anche perché molti erano di colleghi impietosit­i che volevano costringer­lo a uscire di casa, e continuava­no a dirgli: che ci fai chiuso qui dentro tutto solo? Ma lui non era solo, anche se non poteva dirlo a nessuno. Nora non era andata via, era lì. Era rimasta a occupare l’altra parte del letto, e anche se agli altri questo poteva sembrare assurdo, per lui non lo era per niente. La mattina si svegliava con una sensazione di sgomento e paura, poi si voltava e la vedeva accanto a lui, come sempre. Era cambiato poco, ora che era morta. A volte Vincenzo si accorgeva che Nora lo guardava con occhi diversi, come se avesse saputo o scoperto solo ora tutte le sue mancanze in trentanove anni di matrimonio (non erano state poi tante in verità) e le avesse anche perdonate senza bisogno di spiegazion­i.

Era con lui in quei giorni a casa di Anita e Raoul, quando si voltava la vedeva con il suo cappotto grigio, magari seduta su una latta di pittura, che gli sorrideva. Allora riprendeva a lavorare. Quando Anita era venuta a controllar­e e gli aveva fatto rifare lo smalto del bagno, pro

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