LA NUOVA DEFENDER SARÀ ANCHE IBRIDA
AUTO
«Rispettiamo il passato, ma non ne siamo prigionieri»: con queste parole Gerry McGovern, capo del design Land Rover, ha presentato pochi giorni fa al Salone di Francoforte la nuova Defender. La vecchia è stata un simbolo dell’irrequietezza umana: manovre militari, missioni di soccorso, spedizioni scientifiche. Avventure oltre i limiti del mondo conosciuto e servizi navetta dei villaggi vacanze.
Savane e ghiacciai, contee inglesi e megalopoli, garage reali e quartieri popolari. Naturale che, prossima ai settant’anni (la produzione è cominciata nel 1948 ed è terminata nel 2016), fosse stanchina. Le norme di sicurezza e antinquinamento erano ormai una misura troppo alta. Quindi: un inchino al glorioso passato e andiamo avanti.
La nuova Defender, più che avanti, va avantissimo. Il design porta con sé le forme squadrate, il portellone con la ruota di scorta, i finestrini alla base del tetto. Sulla robustezza della monoscocca in alluminio niente da ridire.
Le prestazioni sono ancora estreme: guadi (90 cm), carichi (900 kg sul tetto), traini (3.750 kg). Il Terrain Response (adegua la risposta dell’auto alle condizioni del fondo) è evoluto. Potenza ed efficienza sono garantite: nel 2021 arriverà la ibrida plug-in. Gli accessori abbondano: verricello elettrico, tenda da tetto, compressore, doccia…
Due misure: la 110 (sette posti), in vendita per prima, seguita dalla 90. Eppure la sobrietà delle origini è scomparsa: il listino parte da circa 50 mila euro e supera i 100 mila. Ma ormai dovrebbe essere chiaro: la Defender è un pezzo, pregiato, di patrimonio culturale.