Corriere della Sera - Sette

NOBEL, C’È QUELLO PER LA PACE

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La settimana dei Premi Nobel si conclude con l’annuncio del più atteso: quello per la Pace. L’Academy di Stoccolma, che giovedì assegna due Nobel per la Letteratur­a (il 2019 e il 2018, rinviato lo scorso anno per uno scandalo di molestie sessuali), venerdì nomina gli eredi del medico congolese Denis Mukwege e dell’attivista per i diritti umani yazida Nadia Murad, premiati nel 2018. In lizza ci sono 301 candidati, di cui 223 individui (da Mimmo Lucano a Julian Assange, da Greta Thunberg a Lula) e 78 organizzaz­ioni. Difficile azzardare previsioni: si fanno i nomi del primo ministro etiope Abiy Ahmed, protagonis­ta della pace con l’Eritrea, dell’italiano Filippo Grandi, capo dell’agenzia Onu per i rifugiati, e di entità come Reporter senza frontiere e Consiglio artico. Ma soprattutt­o si è parlato di chi quel premio lo vorrebbe molto e difficilme­nte lo otterrà: Donald Trump, candidato per la sua mediazione con la Corea del Nord, che nutre la speranza di emulare (solo qui) Barack Obama.

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