Corriere della Sera - Sette

Lorenzin, lady Fertility va nel Pd

-

Una dichiarazi­one al Tg1. «Lo faccio per fermare Salvini». Ma invece di prenderla sul serio, noi cronisti tutti lì a cercare di ricostruir­e il suo percorso politico. Da trapezista del Circo Orfei. Perché la prima volta che avvistiamo la Lorenzin è nel 2004, dalle parti di Forza Italia: è a capo della segreteria tecnica di Paolo Bonaiuti. In quegli anni, una delle pochissime a presentars­i al cospetto del Cavaliere con lo sguardo basso e senza stare in bilico su un tacco 16. Un po’ esotica. Però funziona.

Infatti viene eletta. E pure rieletta con il Pdl. Ma poi, mentre diventa ministro della Salute (cadranno tre governi – Letta, Renzi, Gentiloni – lei no), molla Berlusconi, riconoscen­za canaglia, e segue Angelino Alfano nel Nuovo centrodest­ra. Da lì, passa in Alternativ­a popolare. Finché non decide di regalare alle masse (che però si rifiutano di capire la grandiosit­à del nuovo progetto), Civica popolare: un’entità astratta spacciata per un partito definito “petaloso” (la Lorenzin, come capita spesso alle persone furbe, è anche simpatica) e che serve solo, alle elezioni del 2018, a far entrare lei e Gabriele Toccafondi alla Camera e Pier Ferdinando Casini (autentico mito) al Senato.

Ma la politica è un soffio. La Lorenzin ha 47 anni, un marito e due figli da crescere. E deve aver pensato: per restare in Parlamento, che posso fare? Così s’è ricordata che le mancava il Pd. E al Pd ha bussato. Con i militanti sgomenti, tra stupore e imbarazzo. Qualcuno tira fuori la memorabile campagna da lei promossa con lo slogan Fertility day, che si rivelò un’operazione di stampo ottocentes­co, con inviti alle donne «a darsi una mossa e a non aspettare la cicogna», e tracce di razzismo. Altri ricordano quella volta che, in campagna elettorale, entrando nel municipio di Modena, vide la fotografia di un tipo con gli occhiali scuri alla parete: «Che c’entra qui Gino Paoli?» (ma era Enzo Ferrari). Certi, più composti, preferisco­no buttarla in politica: «Comunque se la Lorenzin ha preferito Zingaretti a Renzi, vuol dire che Renzi e il suo partitino stanno messi proprio male».

Con il suo garbo efferato.

La sua occhiata puritana.

La sua vocina timbrata Roma Nord (capolavoro assoluto per una nata ad Acilia):

Beatrice Lorenzin ha annunciato il suo passaggio nel Pd di Nicola Zingaretti.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy