QUEI BRAVI RAGAZZI CHE SVAPANO
I 500 casi di malattie respiratorie legate all’uso della sigaretta elettronica registrati negli Stati Uniti hanno rimesso in discussione la presunta innocuità delle e-cig. Che per gli adulti sono un’alternativa al fumo tradizionale, ma per i giovani stanno diventando un rito sociale
Sono nate come strumento per smettere di fumare e stanno diventando sempre più il trampolino di lancio per creare nuovi fumatori. Secondo alcuni medici, le sigarette elettroniche (o e-cig) oggi vivono questa dicotomia: per gli adulti sono un presidio medico che aiuta a farla finita con la dipendenza dalla “bionda”, per i giovani una moda a rapida diffusione che potrebbe portare a fumare sigarette tradizionali o altro. «Uno strumento che nell’adulto è nato con lo scopo di allontanare dal fumo di sigaretta di cui conosciamo bene la pericolosità, nei ragazzi viene visto come qualcosa di trasgressivo che si fa con gli amici e non nuoce alla salute» spiega a Rino Agostiniani, medico e vicedirettore della Società Pediatrica Italiana.
Nonostante siano un fenomeno relativamente recente — sono arrivate solo una decina di anni fa —, le e-cig stanno conoscendo una crescita a doppia cifra. Secondo i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia due ragazzi su dieci tra i 13 e i 15 anni fumano sigarette tradizionali e la stessa percentuale si riscontra nelle sorelle elettroniche. Il punto però è che le e-cig hanno impiegato solo quattro anni per diffondersi e raggiungere le “bionde” convenzionali. Gli svapatori abituali (è questo il termine giusto, visto che la e-cig produce vapore e non fumo) sono più che raddoppiati tra il 2014 e il 2018 passando dall’8% al 18% dei giovani, gli occasionali sono aumentati del 60% (ora sono il 44%). A livello di genere i dati sono invertiti: svapano il 22% dei ragazzi contro il 13% delle ragazze ma i dati si ribaltano con il fumo, con le adolescenti al 24% e i colleghi maschi al 16%.
La crescita dell’elettronica tra