Anche i drink hanno una logica Così scrive il bartender Di Pierro
Cantium La logica è premessa dell’arte, non c’è contraddizione. Anzi, senza una logica non c’è arte. Sprofondato in un divano del club Derrière, lo straordinario speakeasy di Gian Paolo Di Pierro, bartender ed editore in qualche modo rinascimentale, mi abbandonavo a pensieri oziosi ascoltando Jim Meehan, protagonista indiscusso della Cocktail Renaissance dell’ultimo decennio culminata da noi con il Roma BarShow della settimana scorsa. Di Pierro ha appena pubblicato con la sua Readrink Il manuale
un libro che è quasi troppo: storia, mappe, foto, tecniche. Tutto intessuto di racconti, citazioni, leggende smentite e confermate. Insomma, un manuale che è il romanzo della miscelazione, con una bella introduzione di un maestro nazionale come Alexander Frezza. La parte dedicata alle ricette ha sempre tre capitoletti: “origini”, “suggerimenti” e “logica”. Eccola lì: un drink che dura nel tempo, come un’opera d’arte, ha una sua logica. Può nascere dalla storia, dal mutevole gusto dei clienti, magari dagli approvvigionamenti di questo o quell’ingrediente. Ma una logica deve esistere.
E il non farlo dimenticare è ciò che rende il manuale di
Jim Meehan più che prezioso: fondamentale.