LO STREAMING CRESCE MA IN ITALIA LENTAMENTE
Venghino signore e signori, grandi e piccini. Lo streaming è per tutti e in questo momento non ha rivali. Ha mandato in prepensionamento il download e ha sostituito il cd come formato dominante. Una ricerca di Ifpi, la federazione che rappresenta l’industria discografica, su 34 mila ascoltatori di musica nei principali 19 Paesi mostra che l’89 per cento dei consumatori usa quei servizi, che siano audio come Spotify o Apple Music oppure video come YouTube. Ma c’è anche un 27 per cento che si rivolge ancora alla pirateria, soprattutto i 16-24enni (il 38 per cento). Quello che interessa alla discografia, perché i ricavi maggiori arrivano da lì, sono le piattaforme audio. I primi a mettersi la musica in tasca sono stati i giovani (l’83 per cento dei 16-24enni) che stanno contagiando le generazioni più adulte (54 per cento): la maggiore crescita nell’utilizzo dello streaming audio, infatti, è fra i 35-64enni (più 8 sull’anno scorso) che sono anche la fascia che ha più capacità di spesa.
In Italia siamo indietro. Lo streaming ha conquistato soltanto il 57 per cento di chi ama la musica e per il 26 per cento siamo ancora legati all’acquisto, che sia cd, vinile o download. Ascoltiamo anche meno musica degli altri: 16,3 ore la settimana, circa 46 canzoni, rispetto alle 18 ore della media. Preferiamo artisti italiani (nell’ultima classifica album in testa ci sono i rapper Gemitaiz e MadMan e per il resto è dominio tricolore) e, fra i generi, il rock (54%) - che fatica un po’ fra i più giovani (45%) - sta ancora davanti all’hip hop (25%), forte fra i 16-24enni (53%) ma in crollo dai 25 anni in su (26-27%). Se Tiziano Ferro aveva portato l’urban nella canzone italiana, Aiello lo fa incontrare con l’approccio del nostro indie-pop. Una ballad che rimugina su una storia finita e si infila “una maglia più larga” per starci in due. C’è un doppio best in arrivo, 15 anni di carriera da celebrare dagli esordi virati dark alla Joy Division a un rock dove l’elettronica si prende spazio e riempie l’atmosfera (fin troppo).