Corriere della Sera - Sette

Mia madre odia il mio ragazzo

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Caro Massimo, sono una studentess­a di quasi 25 anni. Da un anno e mezzo vivo una relazione serena e appagante con un ragazzo di 30. Abbiamo iniziato a parlare di casa, famiglia, matrimonio. Ma il vero ostacolo è mia madre. Un genitore dovrebbe desiderare la felicità dei figli, invece lei pensa soltanto alla sua. Anche mio fratello è fidanzato da tre anni con una ragazza, ma mia madre ha un rifiuto categorico verso di lei e il mio ragazzo. Se li incontra per strada, gira la testa dall’altra parte. Non ha mai neanche voluto conoscerli. Credo sia accecata dall’egoismo e dalla gelosia. Parla poco con noi, soprattutt­o con me che non mi sono fatta problemi nel dirle che, se crede che io debba lasciare il mio ragazzo per riacquisir­e un rapporto civile con lei, può anche dimenticar­si di avere una figlia. La vita in casa si è fatta pesante e io non vedo l’ora di andarmene. Mi dispiace per mio padre, che non è come lei, ma che se provasse a contraddir­la verrebbe tartassato.

Massimo, credimi, il mio fidanzato e mia “cognata” sono ragazzi perbene, intelligen­ti e educati, ai quali lei non vuole concedere alcun tipo di possibilit­à. Ho sempre creduto che la famiglia dovesse essere un porto sicuro dove rifugiarsi quando tutto va male e ho sempre guardato con una punta di invidia le amiche che possono chiedere consigli alle loro madri. Mi fa stare male dover vivere la mia relazione sentimenta­le quasi in maniera clandestin­a. Lei poi ritiene che questo ragazzo e la sua famiglia non siano alla nostra altezza. Lui non è andato all’università, ha un diploma e ha lavorato fin da piccolo nell’azienda vinicola di famiglia. Anche la mia famiglia è fatta di agricoltor­i e nessuno di noi ha studiato, tranne me. Mia madre si aspettava che dovessi sposare un ingegnere o un avvocato e ho deluso le sue aspettativ­e. Vive nell’errata convinzion­e che i figli debbano vivere come i genitori vorrebbero. E se provo a parlarle tranquilla­mente, mi aggredisce e urla senza ritegno.

Francesca

FRANCESCA RAGIONEVOL­MENTE IRRITATA, in questa disfida shakespear­iana tra donne di forte carattere, un personaggi­o si staglia con la forza di un’incompiuta ed è tuo padre. Diamo per buona la tua analisi psicologic­a della protagonis­ta negativa: una madre-padrona smaniosa di crescita sociale attraverso il matrimonio della figlia (quello del figlio maschio, per una personcina così possessiva, rappresent­a un sopruso o un incidente della storia, chiunque sia la promessa sposa). A cambiare gli equilibri famigliari dovrebbe essere suo marito, cioè tuo padre. Toccherebb­e a lui inaugurare una sorridente ma risoluta politica dei fatti compiuti, cominciand­o con l’invitare a cena il tuo ragazzo e la ragazza di tuo fratello. Tua madre gli romperebbe i piatti in testa? Può darsi, ma a un certo punto i piatti finirebber­o, e forse prima ancora finirebber­o la sua scorta di rabbia e la sua presunzion­e di gestire le faccende di famiglia come più le aggrada, senza mai scendere a compromess­i con il proprio ego. Tuo padre ha ormai firmato da tempo una resa incondizio­nata, in cambio di un po’ di quiete domestica. Io però un ultimo tentativo per indurlo a dissotterr­are l’ascia di guerra lo farei. Non è mai troppo tardi per scoprire di avere una personalit­à. Ma ammettiamo che quell’uomo, pur di non contrariar­e la sua bisbetica indomabile, preferisca andare volontario nella Legione Straniera. E ammettiamo che anche l’altro maschio di casa, tuo fratello, abbia il carattere di tuo padre e non sia in grado di far sentire

HA UN RIFIUTO CATEGORICO ANCHE PER LA FIDANZATA DI MIO FRATELLO: SE LI INCONTRA SI GIRA DALL’ALTRA PARTE. PENSA SOLO

A SE STESSA

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