Corriere della Sera - Sette

FU IL GIORNO PIÙ DOLOROSO»

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vecchio tremendo, aveva trentadue anni. Incido Go kart twist, colonna sonora di un film di Salce. Va benino, rispetto ad Andavo a cento all’ora. Crescevo, lentamente. Migliacci aveva un progetto, su di me. Allora non ti abbandonav­ano, non ti facevano fare un disco e poi ti mollavano. Tira fuori Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte firmata da Luis Bacalov la musica, Franco Migliacci il testo, Ennio Morricone l’arrangiame­nto. Un dream team. Io ero nel mezzo, non mi rendevo neanche conto che stavo lavorando con il meglio della musica italiana. Il bello è che neanche loro ne erano coscienti. Lilli Greco spesso diceva a Ennio, anche imperiosam­ente, di correggere l’arrangiame­nto. Il grandissim­o successo arrivò con In ginocchio da te. Bene, devi sapere che Migliacci fece ore, arrangiame­nto, canzone, missaggio, tutto. In un pomeriggio, oggi ci metti un mese».

Quanto vendette?

«Nel ‘64 tre dischi superano il milione di copie. È la prima volta, in Italia. Sono Ogni volta di Paul Anka, Una lacrima sul viso di Bobby Solo e In ginocchio da te».

E poi cominciano i film.

«La Titanus con Sodoma e Gomorra e Il Gattopardo, era finita in grande difficoltà. Goffredo Lombardo, genio del cinema, chiama due napoletani, Gilberto Carbone e Sergio Bonotti, e cominciano a fare i musicarell­i. Il primo è Una lacrima sul viso, che andò fortissimo. Poi Carbone mi vede nella finale del Cantagiro a Fiuggi. In ginocchio da te vince, anzi stravince. Decidono di fare il film. Come protagonis­ta femminile

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