Gabriella Carlucci, la spericolata

una vagonata di immagini, video, comunicati, manifesti… Titoloni balcanici tipo «Beogradski Festival italijansko-srpskog filma predstavljen u italijanskom parlamentu» e poi foto di auditorium ricolmi di spettatori, omaggi galanti del ministro di turno, battimani e lei con un sorriso smagliante e il solito tacco 12 da combattimento per il quale era famosa e col quale un tempo («adesso sono diventato buonissima») poteva azzoppare un comunista mantenendo le distanze. Non mancano i lanci per il «IV Festival de Cine ItaloEspañol de Palma de Maiorca», servizi televisivi in catalano e via così…

Insomma, la bionda e combattiva amazzone destrorsa che seminava il panico nel centro di Roma con la sua Porsche cabriolet non ha proprio alcuna intenzione di chiudere la sua stagione più combattiva per andare a pesca. Anche perché, ovvio, andrebbe a pesca di esemplari della specie Carcharodon carcharias, meglio noti come squali bianchi. «Esatto!», squilla allegra.

Ovunque va, assicura, raccoglie «un successo strepitoso. Anche perché non faccio solo manifestazioni cinematografiche. Faccio moda. Faccio tivù. Quando vado in giro e mi presento come italiana si spalancano le porte. Di fatto un rapporto diretto con i governi. Per questo sono sempre entusiasta».

Con la politica, però, dice di non aver chiuso affatto. È solo un po’ in freddo : «Alle ultime politiche mi ero candidata con l’Udc. Mi avevano dato anche un buon collegio. È un partito piccolo ma sui territori aveva radici profonde. Purtroppo nel 2018 non c’era niente da fare. Al Sud era l’anno dei Cinque Stelle.» Quanto alle europee… «Lì si gioca troppo in grande. Neanche provato. Ormai, però, mi occupo soprattutto di cultura e di cinema».

«IO SPARITA DALLA SCENA? PER NIENTE. DA QUATTRO ANNI FACCIO UNA SERIE DI EVENTI IN GIRO PER IL MONDO»