Corriere della Sera - Sette

Ricordare chi non c’è più. In Rete

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morto mio padre, ormai 9 anni fa, ho creduto che il web potesse essere il solo modo di conservare una testimonia­nza in grado di protrarsi davvero nel tempo, per le generazion­i a venire, come una capsula lanciata nel futuro. Abbiamo così raccolto per iscritto i ricordi di amici, parenti, figli e nipoti. Poi tutte le foto che abbiamo trovato, dalla giovinezza al matrimonio, dai battesimi ai compleanni, quel tipo di immagini di una volta, su carta, che lasciate in un cassetto ingiallisc­ono o vanno perdute al primo trasloco. E abbiamo pubblicato tutto sul web, in una pagina a lui dedicata, dove possiamo riunirci quando abbiamo voglia di ricordarlo (in genere avviene per la morte di un parente, e così a ricordo si aggiunge ricordo). È come se fosse una cappella di famiglia al camposanto, solo molto più grande, e senza resti mortali, visto che papà ha preferito farsi cremare e disperdere le ceneri. Così se un giorno davvero risorgerà a vita eterna, l’incaricato celeste potrà ricostruir­ne le sembianze grazie alla gallery sul web.

Credo anzi che dovrebbero nascere delle agenzie profession­ali in grado di aiutare chi non ha la dimestiche­zza necessaria per fare da sé.

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