IL GIOCO DELLE GIF (VIRALI) CHE MIMANO IL SESSO
Si baciano. Poi si ribaciano. Poi si ribaciano. E ancora, e ancora. Una manciata di secondi ripetuti all’infinito per una scena che dovrebbe essere il preludio a un’intimità che però non arriverà mai. Non c’è la poesia dei mille e cento baci di catulliana memoria nel dna delle GIF (acronimo che sta per Graphics Interchange Format e si riferisce a un formato per immagini digitali animate). Che servono invece a estrapolare un gesto e fissarlo, imprigionandolo, in un eterno presente. Freddo e fine a sé stesso. A sorpresa, hanno spopolato nell’ambito che più caldo non si può: quello del porno. Invadendo la piattaforma di microblogging Tumblr che l’anno scorso, dopo aver deciso di rimuovere i contenuti di questo tipo, ha dovuto rinunciare al 30% del traffico. Già una ricerca 2017, condotta dall’ISTI-CNR, dai Bell Laboratories degli Stati Uniti e dall’IMT di Lucca, aveva evidenziato che circa un quarto degli utenti utilizzava il social per visualizzare contenuti porno.
Secondo Mauro Coletto, uno dei responsabili della ricerca, le GIF porno hanno un potenziale virale da non sottovalutare: «Abbiamo analizzato 130 milioni di utenti su Tumblr: solo l’1% ne produceva, ma tra like, commenti e condivisioni questi contenuti arrivavano a toccare un bacino pari al 50%». E qui entrano in gioco le donne: «I produttori di GIF porno sono soprattutto uomini sui 40 anni», analizza, «ma a farle girare sui social, condividendole, sono soprattutto giovani: fino ai 25 anni il consumo di questi brevi video è lo stesso, indipendentemente dal sesso». Per questo, dopo il mondo dei social, le GIF hanno conquistato anche quello del porno: «È un modo di aprirsi a un nuovo tipo di utenti». Dando loro un piccolo assaggio dei contenuti ai quali possono accedere: nei principali siti di video porno, infatti, queste immagini animate fungono anche da “trailer” dei video proposti.
Eppure, contenuti a luci rosse o meno, le GIF non sono considerate porno. Anzi. «Queste immagini animate vengono di solito utilizzate per creare una storia, della quale entrano a far parte. A loro ci si accosta, quindi, con un approccio che spesso con l’hard non ha niente a che fare. Chi le usa prima di tutto vuole costruire un racconto: per questo piacciono alle donne, che spesso nel porno cercano contenuti diversi da quelli degli uomini, più coinvolgenti», conclude Coletto. Che sul futuro del porno azzarda una previsione: «Magari si passerà alla realtà virtuale, con visori e altri strumenti che coinvolgeranno più sensi. Ma le GIF, per quanto possano contaminare il mondo a luci rosse, resteranno quello che sono: un gioco».