Corriere della Sera - Sette

Moglie e lavoro, la vita stravolta

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Caro Massimo, ho 51 anni e ho iniziato, almeno anagrafica­mente, il fatidico giro di boa. Poco più di due anni fa ho dovuto re-inventarmi un lavoro, dato che quella che era stata la mia profession­e per 25 anni, e che mi aveva modellato come uomo, non riusciva a darmi più da vivere. Ci è voluto molto tempo per elaborare questo “lutto”, finché piano piano ne sono uscito. Anche se ho sempre il rimpianto di quello che ero, ora sono felice, perché sono riuscito a ripartire con stimoli nuovi (il mio primo 7 di cuori!).

Quando finalmente pensavo di essere arrivato ad un punto di tranquilli­tà e stabilità economica, quando finalmente con la mia famiglia potevamo concederci tutti quei piccoli sfizi a cui per anni abbiamo dovuto rinunciare per motivi economici, è arrivato il secondo duro colpo, mia moglie mi ha chiesto la separazion­e. Come tutte le storie che finiscono, le colpe sono quasi sempre dell’altro e quella che ne segue è una tempesta che arriva improvvisa e che ti spazza via come polvere. Ora siamo ancora in quella fase di quiete in cui si cerca di organizzar­e al meglio la vita futura per noi e per i nostri figli, ancora troppo piccoli per essere indipenden­ti. Quattro mesi dopo, non riesco ancora a farmene una ragione. Il rullo compressor­e che mi è passato sopra mi ha talmente stordito da non riuscire più a essere lucido. Alterno i giorni in cui penso ancora a mia moglie e a come cercare di riconquist­arla finché (forse) sono in tempo, ad altri in cui, forse per smettere di soffrire, penso che se non ha funzionato è perché così doveva essere. Comincio allora a riflettere su quello che avrei voluto fare e che non ho mai fatto. Sono forse arrivato al mio secondo 7 di cuori?

SE CERCHI UN CONSIGLIO conservati­vo, ti sei rivolto alla persona sbagliata. Anch’io mi sono terremotat­o la vita dopo i Cinquanta, cambiando lavoro, città e compagna. Certo, è stata mia la decisione di uscire dalla “zona di conforto” per avventurar­mi in terre ignote. Tu invece ti sei trovato a gestire gli effetti di scelte altrui. Però non credo che le cose ci succedano per caso. Siamo sempre noi ad attirare i cambiament­i nella nostra vita, persino quando ci sembra di subirli. Gli choc lavorativi e sentimenta­li sono smagliatur­e che interrompo­no la linearità della trama per costringer­ci a cambiarla. E, cambiandol­a, a evolvere, scoprendo aspetti della personalit­à che altrimenti ci resterebbe­ro ignoti. Se li affronti con questo spirito, ti porrai nei loro confronti con l’atteggiame­nto dell’esplorator­e, anziché con quello della vittima. Non dico che sia facile. Dico che è utile. Una porta chiusa non si riaprirà solo perché tu resti per ore a fissarla. Ma, così facendo, di sicuro non ti accorgerai che dall’altra parte della casa si è spalancata una finestra. Mi imbarazza sempre un po’ scrivere queste cose perché faccio il lavoro che mi piace e questa condizione privilegia­ta rischia di rendere meno credibile tutto l’impianto. Anni fa ho scritto un romanzo sulla morte precoce di mia madre proprio per convincere i lettori che la mia sensazione che la vita abbia un senso pone le sue radici nell’infanzia, quando la vita per me era uno schifo.

Ma veniamo a te. Sul lavoro hai già cambiato pelle. Ora ti si chiede di farlo anche nel privato. Prima di salpare verso nuove avventure, voltati ancora una volta a guardare

«DUE ANNI FA HO DOVUTO INVENTARMI UNA NUOVA PROFESSION­E. POI LA MIA COMPAGNA HA DECISO DI LASCIARMI»

quello che lasci. Pensi di poter ancora costruire nuove passioni con tua moglie (l’affetto per lei, la madre dei tuoi figli, è fuori discussion­e), oppure il desiderio di riconquist­arla è alimentato solo dalla paura di averla persa e dall’umiliazion­e subìta dal tuo ego, dal momento che è stata lei, e non tu, a chiudere la storia? Scrivi giustament­e che, quando un amore finisce, ciascuno dei protagonis­ti tende a dare la colpa all’altro, mentre a un osservator­e distaccato sembra più onesto distribuir­e le responsabi­lità. Compi uno sforzo di immaginazi­one e prova a guardare la scena dal di fuori anche tu. Quando si è interrotto il canale di comunicazi­one tra voi? E che cosa dovrebbe succedere per riattivarl­o? Se la risposta non ti convince, significa che una risposta non c’è. Che è tempo di rimettersi in cammino, possibilme­nte senza girare in tondo, riproponen­do situazioni già vissute con tua moglie. Se attirerai una donna diversa da lei, vorrà dire che finalmente sarai diventato diverso anche tu.

Ho 78 anni e cerco l’amore

Caro Massimo, ho 78 anni e mi chiedo dove siano finiti i coetanei. O cercano una donna giovane per sentirsi ancora ragazzi, o cercano una badante perché un po’ acciaccati. È difficile trovare un compagno che abbia voglia di giocare di fioretto con una donna di pari età, con la complicità che viene dall’essere cresciuti nella stessa epoca, con valori, tradizioni, ricordi, canzoni che ci hanno accumunato. Quante volte mi viene il pensiero di condivider­e con una persona un tramonto, un’alba, una caduta di stelle, una camminata su una spiaggia deserta al chiaro di luna, o chissà quante altre delizie di cui la vita è piena. Ma rimane solo un pensiero, accarezzat­o nei momenti di solitudine. Ecco, trascorro così le stagioni, sognando e rifugiando­mi in me stessa dove tutto è ancora possibile.

Eliana

Temo la lontananza. È cinismo?

Caro Massimo, ho 23 anni e da 3 anni ho una storia con un ragazzo di 27. La mia prima storia, insomma il famoso primo vero amore. Nel frattempo mi sono trasferita a Barcellona per 6 mesi e lui a Torino per due anni. Tornata dalla Spagna, è stata Milano la mia destinazio­ne ed almeno eravamo a 50 minuti l’uno dall’altro. Possiamo definirla una storia “itinerante”. Ma il bello è arrivato lo scorso giugno: si è trasferito a Houston per un anno per una tesi di ricerca e conta di farci anche il dottorato. Tra di noi non ci sono mai stati problemi: massima fiducia, nessuna gelosia. Anche a distanza. Ho paura però che questa sia una distanza “diversa”. Secondo mia mamma l’amore vince su tutto, ma io sono scettica. È cinismo o mi sto disinnamor­ando?

IO MI SONO TERREMOTAT­O LA VITA A 50 ANNI. PER TE È VENUTO

IL TEMPO DI RIMETTERSI IN CAMMINO, SENZA GIRARE IN TONDO

Rosy

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