«Sporca»: così la scienza racconta l’Italia in una parola
Interesserà sapere che la grande inchiesta scientifica su Lo stato del Pianeta, promossa a suo tempo da Adriano Buzzati-Traverso, sta procedendo. Lo scopo è di conoscere minuziosamente come stanno le cose sulla Terra, nono Pianeta del sistema solare, e di fare il punto sullo stato dei mari, sullo stato del cielo, sullo stato dei deserti, delle montagne, delle foreste, eccetera. Via via sapremo quanto ossigeno resta nell’aria, quali animali vivono dopo milioni d’anni di evoluzione, come si spostano i continenti, quante risorse d’energia restano, qual è la quantità d’acqua di cui disponiamo, quanto ghiaccio resta ai poli, e via elencando.
Un grande passo avanti è stato fatto dall’inchiesta dopo che gli Stati Uniti hanno messo a disposizione centinaia di migliaia di fotografie scattate dagli aerei e dai satelliti dopo il 1940. Ma si suppone che varie organizzazioni mondiali forniranno materiale fotografico, documenti, dati, per consentire questa gigantesca rilevazione. Così sapremo un giorno, con inedita esattezza, come stanno le cose sul Pianeta
che ci ospita temporaneamente, sia sotto il profilo biofisico sia biochimico. Probabilmente sarà messo agli atti tutto ciò che conosciamo anche dal punto di vista astrofisico, in modo da stabilire come va la rotazione intorno al Sole, come procede il moto relativo degli altri pianeti intorno alla Terra, come si comporta la gravitazione universale. Si farà un bilancio infine delle varie cosmologie: per dire come si situa il Pianeta nell’Universo, se la famosa “creazione continua” può evitarci la cosiddetta “morte calda”: e per informarci sulle ultime risposte ai grandi quesiti: qual è stato il principio? Quale sarà la fine? Soprattutto: qual è il posto dell’uomo nel mondo?
Personalmente seguo con molto interesse questo grande “inventario”, anche se dopo l’agosto 1945, cioè dopo Hiroshima, si sa che il Pianeta è in cattivo stato. La materia è spezzata, il sogno dell’immortalità è infranto. Le cose più vicine e quelle più lontane sono diventate una cosa sola. Come diceva Elias Canetti, «la Terra è diventata maggiorenne. Non è più figlia del Sole poiché la luce è stata detronizzata e la bomba atomica è diventata la misura di ogni cosa... Ciò che interessa è una sola domanda: ora che la Terra conta solo su di sé, cosa sarà capace di fare? Infatti il futuro si è spaccato in due, da una parte tutta la paura, dall’altra parte tutta la speranza. Il problema non è certo di sapere come sta il Pianeta ma soprattutto se ci sarà ancora. Ed è tanto se, per sfuggire alla disperazione, ci si aggrappa alle parole di Musil: «La reale spiegazione del reale accadere non m’interessa... È il senso della possibilità che ci salva, l’immaginare che potrebbe o dovrebbe accadere la tale o talaltra cosa... Perché solo i possibilisti possono ormai vivere in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi».
Ma non voglio torturare il lettore con queste cose sapendolo occupato dalle presenti vicende italiane, immerse nel fango delle logge e delle mafie. Voglio anzi dirgli che non mi occuperò di queste vicende, ormai degne solo di Jonathan Swift, e del lamento di Strefone nauseato («Oh, Celia, Celia, Celia shits!») quando scopre il famoso
Una grande inchiesta scientifica si propone di conoscere minuziosamente come stanno le cose sulla Terra. Personalmente seguo con molto interesse questo “inventario” anche se, dopo Hiroshima, si sa che il Pianeta è in cattivo stato
vaso «di melma puzzolente» nella stanza dell’amata, dove si custodiscono «i segreti del corrotto abisso». L’informerò soltanto di aver appreso che nei loro giri intorno al Pianeta i satelliti hanno già stabilito lo “stato dell’Italia”.
Infatti: quando sorvolano la zona dove si staglia la penisola, i loro sofisticati strumenti elettronici collegati a un quadrante luminoso scrivono una sola parola in tutte le lingue del mondo. Essa è: (inglese), sale (francese), sucio (spagnolo), (portoghese), murdar (romeno), (tedesco), vies (olandese), (svedese), smudsig (danese), aiktten
(norvegese), brudny (polacco), spinavy (ceco), prljav (serbo-croato), piskoz (ungherese), likainen (finlandese), kirli (turco), tjemar (indonesiano), mal’pura (esperanto), gryazni (russo), akalhartos (greco), qatzir (arabo), meluchlach (ebraico), brudne (yiddish), yagoreta (giapponese), chafu (swahili). Poiché questa parola significa inequivocabilmente «sporco», non v’è dubbio che le cose stiano così.