Corriere della Sera - Sette

DEI VISIONARI

- Dinamite liberatori­a che s’impose al mondo per la novità,

C’è solo un minimo accenno nell’Encicloped­ia Britannica, e una serie di rimandi. Forse perché non è stato un vero e proprio movimento univoco, ma piuttosto una compagine di talentuosi studenti usciti dal Goldsmiths College, mentore il professor Michael Craig-Martin. E che, il 7 agosto del 1988, nell’Inghilterr­a thatcheria­na, capitanati dal giovane Damien Hirst, esposero le proprie opere nella storica mostra Freeze ,in un luogo derelitto come i Docklands londinesi. Così nacque la YBAs (Young British Artists),

in un panorama inglese molto establishe­d con Jones, Moore, Caro, Freud, Bacon, Blake, Hamilton, Hockney, Hepworth. Nel nucleo fondante, Steven Adamson, Angela Bulloch, Mat Collishaw, Ian

Davenport, Angus Fairhurst, Anya Gallaccio, Hirst, Gary Hume, Michael Landy, Abigail Lane, Sarah Lucas, Lala Meredith-Vula, Stephen Park, Richard Patterson, Simon Patterson, Fiona Rae. Liam Gillick non espose subito quell’anno, geloso della love story tra Angela e Damien. YBAs diventò subito un polo aggregante per emergenti di altre accademie d’arte, i quali man mano si aggiunsero (Tracey Emin, Rachel Whiteread, Gavin Turk, Jake e Dinos Chapman, Douglas Gordon...).

Già l’anno dopo quella mostra ai Docks molti di loro avevano trovato galleristi e collezioni­sti di gran fiuto, in prima fila Charles Saatchi che, nel 1990, acquistò l’opera di Hirst Thousand Years (due vetrine abbinate, di cui una contenente la testa mozzata di una mucca). Nel 1991 la

ASerpentin­e Gallery – influente spazio londinese – fece un loro group show. Poi, arrivarono alla blasonata Royal Academy, nel 1997, con la mostra Sensation. Con la YBAs la storia dell’arte aveva subìto un’accelerazi­one (spiega Elizabeth Fullerton nel suo libro ArtRage. The story of the BritArt Revolution,Thames&Hudson).

Di tutto quell’alveare di artisti, il più ricco e famoso diventò Hirst (Turner Prize nel 1995), seguito da i Chapman, Gordon, Hume. Successo anche per le donne: Tracey Emin, Sarah Lucas (rappresent­ò l’Inghilterr­a alla Biennale di Venezia del 2015), Rachel Whiteread, Angela Bulloch. Tragico il destino di Angus Fairhurst, nel 2008 si suicidò. Forse sentendosi il meno fortunato di tutti.

(Francesca Pini)

 ??  ?? Ian Davenport, la sua monumental­e scultura gonfiabile di un’amazzone
fu il simbolo delle Paralimpia­di del 2012 a Londra
Damien Hirst, la star del gruppo
Angela Bulloch, nei suoi lavori c’è molta tecnologia
Fiona Rae, oscilla tra astrazione e figurativo
Stephen Park (dietro) e Anya Gallaccio in primo piano
Gary Hume, nel 2011, nel dipinto
ritrasse a modo suo la Cancellier­a Merkel. Nel 1999 gli viene commission­ata la mostra per il Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia
Sarah Lucas rappresent­ò l’Inghilterr­a nel 2015 alla Biennale di Venezia
Ian Davenport, la sua monumental­e scultura gonfiabile di un’amazzone fu il simbolo delle Paralimpia­di del 2012 a Londra Damien Hirst, la star del gruppo Angela Bulloch, nei suoi lavori c’è molta tecnologia Fiona Rae, oscilla tra astrazione e figurativo Stephen Park (dietro) e Anya Gallaccio in primo piano Gary Hume, nel 2011, nel dipinto ritrasse a modo suo la Cancellier­a Merkel. Nel 1999 gli viene commission­ata la mostra per il Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia Sarah Lucas rappresent­ò l’Inghilterr­a nel 2015 alla Biennale di Venezia

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