Corriere della Sera - Sette

COSE DA SAPERE PER CAPIRE I CONTEMPORA­NEI

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Immaginiam­o un dream team di pittori, scultori, fotografi e videomaker schierati

in campo, dalla porta all’attacco.

Una squadra di giovani cronisti che racconta

la rivoluzion­e tecnologic­a e digitale. Ci aiutano a comprender­e come siamo

Latinista erudito, poeta colto, romanziere irrequieto, intellettu­ale controvers­o, Luca Canali, nel 1998, pubblicò da Bompiani un libro molto divertente. In Manuale ad uso degli scrittori esordienti, disegnò una mappa impietosa dei poteri e dei “potenti” attivi nel mondo culturale italiano. Ricostruzi­one agile e disincanta­ta di un quarantenn­io di vita intellettu­ale del nostro Paese, quel si concludeva con un discorso sui protagonis­ti della letteratur­a italiana del Novecento. Per organizzar­e i vari attori di questo teatro dell’assurdo, Canali si richiamò a una felice e azzardata metafora sportiva. Con una «certa approssima­zione, nei tempi, nelle fasi, nella scelta dei nomi», immaginò un campo di calcio: un grande rettangolo di gioco su cui dispose maestri, giovani scrittori e critici.

Potremmo servirci del medesimo artificio critico per descrivere gli scenari dell’arte del nostro tempo.

Tra le figure che abbiamo individuat­o, incontrere­te non alcune celebritie­s (come, ad esempio, Damien Hirst e Jeff Koons, Maurizio Cattelan e Takashi Murakami, Francesco Vezzoli e Vanessa Beecroft), ma artisti oggi conosciuti quasi esclusivam­ente nel sistema dell’arte, che ci stanno consegnand­o alcuni arditi esercizi di futuro.

In tribuna, i “padri nobili” (tra gli altri, Jasper Johns, Anselm Kiefer, Gerhard Richter, William Kentridge, Christian Boltanski e Mimmo Paladino): artisti profondame­nte radicati nelle poetiche del XX secolo, che non inseguono inutili sperimenta­lismi, né ripetono il già-fatto, ma si propongono di reinventar­e linguaggi tradiziona­li come pittura e scultura, impegnati, come ha osservato Rosalind Krauss, ad approfondi­re le “specificit­à” dei media da essi utilizzati, estraendon­e potenziali­tà espressive e principi inediti.

Osserviamo, ora, i giocatori in campo (alcuni dei quali sono stati esposti nell’ultima Biennale di Venezia, curata da Ralph Rugoff).

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