E LONDRA SCOPRÌ LE GALLERIE PER SOLE DONNE
altre. La prima mostra, in corso in queste settimane, si intitola Notre Dame/Our Lady e raccoglie i lavori di Delphine Diallo, fotografa e artista visiva francosenegalese attiva a New York, che ha portato qui i suoi ritratti femminili nei quali esplora temi antropologici visti attraverso la propria “doppia” natura di donna nera-bianca; i dipinti della giovane ex modella svedese Alice Herbst (già vincitrice del concorso Sweden’s Next Top Model), che colloca le protagoniste dei suoi ritratti in ambienti sospesi fra diverse epoche, combinando elementi astratti e figurativi; e infine le creazioni della fotografa guineo-svizzera Namsa Leuba, che affronta la sessualizzazione delle donne polinesiane nell’immaginario maschile occidentale e ne reclama l’identità attraverso l’uso di modelle transgender, decorate con ornamenti tradi
nell’arte contemporanea italiana: curata da Paola Ugolini, espone le opere della siciliana Silvia Giambrone e della salernitana Marinella Senatore. «La storia dell’arte, come molte altre discipline» spiega la curatrice «è stata scritta dagli uomini e per gli uomini. Ho fortemente voluto che la parola Femminismo comparisse nel titolo di questa doppia personale perché questo termine incarna un elemento di disturbo». E infatti Paola rivela di aver incontrato non poche resistenze in Italia per realizzare i suoi progetti e di aver trovato accoglienza solo qui a Londra.
Una lunga strada
La mostra è divisa in due parti. La prima è dedicata all’ambiente domestico, che molto spesso si rivela una trappola violenta e mortale: Silvia Giambrone trasforma oggetti quotidiani in aggeggi sinistri che rimandano ad abusi e femminicidi, mentre le pareti della galleria sono decorate con lame taglienti; nella seconda parte Marinella Senatore dà vita a uno spazio di protesta animato da striscioni, poster e collage che riflettono sui concetti di rivoluzione e partecipazione di massa, con al centro una surrealista “Protest bike” (funzionante). È l’inizio di un percorso, quello che si può sperimentare oggi a Londra: ma è una strada che resta lunga. Negli ultimi dieci anni, quasi 200 miliardi di dollari sono stati spesi per l’acquisto di opere d’arte: di questi, solo il 2 per cento era per opere realizzate da artiste donne. L’altra metà del cielo aspetta ancora di essere dipinta. E di dipingere.