Corriere della Sera - Sette

I CAPELLI. RESTO BIONDA DENTRO»

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«Non potevo non dirlo: ho dovuto cancellare un impegno e qualcuno aveva comprato voli e alberghi per partecipar­e. Fosse capitato in un momento profession­ale vuoto non avrei detto nulla. Non sono poi responsabi­le delle storture fatti da chi va a caccia di clic… Qualcuno è arrivato a pubblicare delle false lastre…».

Ha avuto paura?

«Come tutte le altre volte. Non cambia mai. Ho fatto una visita di controllo prima di Natale e mi tremavano mani e gambe. E mi succede ogni 3 mesi, quando devo fare le analisi. Ci sono animali che si fingono morti di fronte al pericolo, altri che attaccano prima di essere attaccati: appartengo a questa seconda specie. In sala operatoria sono entrata spaccona e baldanzosa».

Emma dieci anni fa.

«Nelle giornate di libera uscita da Amici prendevo il pullman da Cinecittà al centro: la campagnola che va nella capitale… Amo il disordine, evito i posti rilassanti per paura del silenzio. Mi sentivo a mio agio in quella realtà decadente che mi faceva riconoscer­e posti visti nei film del passato… Sono sempre stata una retrò. Non pensavo alle Spice Girls ma al mondo di Fellini, Anna Magnani e Monica Vitti…».

A Roma adesso ci vive…

«Mi piace da morire. È una città che bisogna vivere a quartieri, come un piccolo paesotto. Il mio raggio di azione è tra Gianicolo, Testaccio e Trastevere».

Salentina, ma nata a Firenze. Come mai?

«I miei si sono conosciuti da ragazzini in Salento, amicizie di famiglia. Poi papà si trasferì a Firenze a casa che già dormivano. Mi sono messa a cantare a squarciago­la Stupida allegria e mi sono buttata nel lettone tipo Hulk Hogan. Erano sbigottiti. Avevo fame, mamma mi ha preparato una minestrina calda e siamo state in cucina a chiacchier­are fino alle quattro».

Dal Salento alle registrazi­oni del disco a Los Angeles, dalle paillettes ai post senza filtri. Lo scrittore e filosofo americano Nicolas Bommarito parla di grandezza della modestia: modesto è chi vive le esperienze con apertura totale perché non ha bisogno di relazionar­e tutto a se stesso…

«Non mi sono mai voluta definire a livello comportame­ntale e umorale. Ogni giorno deve cambiare qualcosa. La gente ti dice “sei cambiata” con accezione negativa. Per me invece è necessario, a pre

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