Corriere della Sera - Sette

PAOLA TAVERNA «IO, EX PANINARA»

- Di VITTORIO ZINCONE

E’ irriducibi­le. Nel Movimento Cinque Stelle che perde consensi, capi politici e truppe dissidenti, Paola Taverna incarna l’ortodossia grillina. Il toto-leadership pentastell­ato la vede tra i favoriti per la succession­e a Luigi Di Maio. Commenta: «Sono discorsi precoci. Il Movimento ha bisogno di tutti noi al massimo delle nostre possibilit­à. Conclusi gli Stati Generali di marzo, ci faremo altre domande». Aggiunge: «La militanza per il M5S è come una relazione sentimenta­le. C’è la fase dell’innamorame­nto e poi quella dell’amore. Io amo il

Movimento e quando si ama lo si fa anche se ci sono problemi».

C’è chi dà il M5S per finito.

«I nostri risultati sono sotto gli occhi di tutti: la legge Spazzacorr­otti, il Reddito di cittadinan­za, lo stop alla prescrizio­ne, il decreto dignità con cui abbiamo svuotato il Jobs Act…».

Gianluigi Paragone sostiene che il M5S stia perdendo la sua natura.

«Nell’attività parlamenta­re di Gianluigi non ho riscontrat­o un grande apporto costruttiv­o». Alessandro Di Battista lo ha difeso.

«Io no».

Tra ala contiana, che vede il movimento naturalmen­te alleato del Pd, e ala indipenden­tista, lei come si colloca?

«L’unico aggettivo di cui mi fregio è rivoluzion­aria. Dobbiamo riportare la politica al servizio dei cittadini».

Da quasi due anni lei è vice-presidente del Senato. Vive ancora nella borgata Torre Maura.

«In cinquanta metri quadri. Con mio figlio Davide e con mia madre Graziella. Vedo le montagne. Non

mi trasferire­i mai negli ambienti ovattati del Centro: lì è facile perdere la percezione di come campa la maggioranz­a degli italiani. Sotto casa ho venti secchioni della spazzatura, il mio termometro sull’amministra­zione Raggi».

Lei ha cinquant’anni tondi. Pensi a un’immagine per ogni decennio vissuto. Da zero a dieci?

«Le vacanze campestri nel paesino di Calmazzo, nelle Marche, con la nonna e i cugini».

Da dieci a venti…

«Avevo diciassett­e anni. Mio padre ebbe un’aneurisma a un’aorta. In ospedale lo scambiaron­o per un infarto e lo dimisero. Rientrato a casa morì davanti ai miei occhi. Per molti anni l’ho colpevoliz­zato: “Ci accanni così? Ci lasci da sole?”. Mia madre casalinga, mia sorella studiava all’Università…».

Lei che adolescent­e era?

«Una paninara di borgata. L’ultimo regalo di Natale che mi fece mio padre fu l’agognato piumino Torniamo alle decadi. Dai venti ai trenta?

«Mi sono sposata a ventinove anni. Divorziata a trentacinq­ue». Ha lavorato in un poliambula­torio d’analisi per tredici anni. La politica quando è arrivata?

«Nel decennio successivo. Ma l’immagine tra i trenta e i quaranta è quella della nascita di mio figlio Davide. Ora lui ha diciassett­e anni».

 ??  ?? STUDI E LAVORO
Paola Taverna è nata a Roma, il 2 marzo 1969, nella borgata del Quarticcio­lo. Diplomata perito aziendale, a 18 anni perde il padre, tappezzier­e, e inizia a lavorare, prima come grafica e poi in un poliambula­torio di analisi cliniche. Nell’ottobre 2019 ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche, alla Sapienza.
Paola Taverna,
50 anni, sulla sua sedia di vicepresid­ente
del Senato
STUDI E LAVORO Paola Taverna è nata a Roma, il 2 marzo 1969, nella borgata del Quarticcio­lo. Diplomata perito aziendale, a 18 anni perde il padre, tappezzier­e, e inizia a lavorare, prima come grafica e poi in un poliambula­torio di analisi cliniche. Nell’ottobre 2019 ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche, alla Sapienza. Paola Taverna, 50 anni, sulla sua sedia di vicepresid­ente del Senato

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