Corriere della Sera - Sette

Domani inizia il Sei Nazioni Italia subito in campo a Cardiff

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Il Torneo è un rito che si ripete da quasi 140 anni: il primo sabato di febbraio le migliori d’Europa giocano a rugby. L’Italia è entrata nel club nel 2000, ha raccolto soprattutt­o sconfitte ma si è anche regalata qualche soddisfazi­one (solo contro l’Inghilterr­a non ha mai vinto), anche se l’ultima comincia a essere troppo datata: Edimburgo 2015, da allora solo batoste (22 consecutiv­e) per gli azzurri.

La Nazionale inizia domani, a Cardiff contro il Galles, poi andrà a Parigi, il 9 febbraio, per affrontare la Francia. Dopo la sosta, il 22 febbraio, la prima all’Olimpico, contro la Scozia, la partita da vincere, almeno sulla carta. Altra sosta e gli ultimi due match: il 7 marzo a Dublino con l’Irlanda e il 14 a Roma con l’Inghilterr­a, in quella che dovrebbe essere la partita dell’addio di Sergio Parisse. I favoriti sono gli inglesi, soprattutt­o se supererann­o indenni la prima battaglia a Parigi contro i Blues, l’Italia ha un solo obiettivo: tornare a vincere e lasciare ad altri il cucchiaio di legno, il “trofeo” che va agli ultimi della pista. stato. I giocatori per costruire un buon pacchetto ci sono. Servirà poi una filosofia di gioco chiara. Non dobbiamo copiare nessuno, siamo latini e non abbiamo la disciplina, il pragmatism­o e il rigore degli anglosasso­ni o dei giapponesi, che al Mondiale sono stati la grande sorpresa. Per essere efficaci dobbiamo però seguire una linea chiara e lavorare sempre insieme. Con Smith vedremo un’Italia diversa».

Basterà? L’ultima vittoria nel Sei Nazioni è vecchia di cinque anni.

«L’inizio sarà difficile, prima Cardiff poi Parigi. Dalla terza partita si comincerà a vedere il lavoro di Smith».

Sicuro che non ci sarà più bisogno di lei? Per dodici anni è stato il capitano…

«Mi fido dei ragazzi che sono arrivati, e comunque nel gruppo sono rimasti giocatori con tanta esperienza. Ho parlato con i più giovani durante il Mondiale in Giappone. Gli ho detto: adesso arriva il vostro tempo, il tempo delle responsabi­lità. Per tante stagioni ce le siamo prese noi veterani, ora tocca a voi. Sono convinto che la responsabi­lità può farti diventare un giocatore migliore».

Lei a 24 anni era già capitano…

«Sono stato fortunato ad avere compagni che mi hanno aiutato. Ma il mio tempo è passato, emergerann­o nuovi leader, ma perché questo succeda io e gli altri vecchi dobbiamo farci da parte».

I nuovi leader andranno a sedersi nei posti in fondo al pullman lasciati liberi da Parisse, Castrogiov­anni, Ongaro, Perugini…

«Erano nostri, li avevamo conquistat­i a poco a poco. Ora troveranno nuovi proprietar­i». Tanti anni, tante battaglie, tre ricordi.

«La prima partita, a 18 anni, a Hamilton contro la Nuova Zelanda; la prima da capitano, a Dublino contro l’Irlanda nel 2008; del terzo non voglio dire nulla, deve ancora arrivare e penso che sarà bellissimo».

 ??  ?? Sul campo da gioco con il figlio Leonardo, due anni e mezzo, avuto dall’attuale moglie, Silvia Bragazzi. Parisse ha un’altra figlia, nata nel 2010, quando era sposato con la ex miss Francia, Alexandra Rosenfeld. Sotto, un’azione di gioco di Italia-Inghilterr­a, allo stadio Olimpico di Roma nel 2018
Sul campo da gioco con il figlio Leonardo, due anni e mezzo, avuto dall’attuale moglie, Silvia Bragazzi. Parisse ha un’altra figlia, nata nel 2010, quando era sposato con la ex miss Francia, Alexandra Rosenfeld. Sotto, un’azione di gioco di Italia-Inghilterr­a, allo stadio Olimpico di Roma nel 2018
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