Corriere della Sera - Sette

Caro/a compagno/a, non ti riconosco più

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7dicuori@rcs.it

Caro Massimo, non ne posso più. La solitudine forzata, la routine sempre uguale, le quattro mura del mio appartamen­to: tutto questo lo posso sopportare. Quello che non sopporto, invece, è il mio compagno. Premetto che abbiamo entrambi 36 anni e che conviviamo da parecchio, perciò pensavo che certi problemi li avessimo accantonat­i. E invece no! Siamo entrambi a casa in telelavoro e la quotidiani­tà, in questo senso, riusciamo a gestirla bene. Il problema è tutto il resto. La cura della casa, insomma: lui non muove un dito, io ogni giorno riordino, pulisco, organizzo i pasti... Ho scoperto che il mio compagno, che credevo generoso o se non altro disponibil­e, è molto più egoista e permettimi di dirlo maschilist­a di quanto pensassi.

Pare dare per scontato che tocchi tutto a me, e certo se gli chiedo una mano me la dà, ma è come se non si rendesse conto che, se vogliamo vivere in una casa pulita e ordinata, qualcuno deve pensarci. Non gli viene in mente, per dire, di prendere l’aspirapolv­ere o di passare la spugna sul piano della cucina. Ora tengo duro, perché la sola idea di discutere mi fa stare male: come si fa ad affrontare un litigio senza valvole di sfogo? Però mi chiedo cosa fare alla fine di questo periodo di quarantena forzata: forse non è la persona adatta a me? O forse tutti gli uomini sono così (egoisti, poco collaborat­ivi, scansafati­che nella gestione della casa) e quindi tanto vale che mi tenga il mio che almeno, ogni tanto, cucina?

Chiara

Caro Massimo, ma chi è mia moglie? Pensavo di saperlo ma in questi giorni di reclusione obbligata mi sto rendendo conto che forse non la conosco così bene come pensavo. Sta spesso per conto suo, a volte addirittur­a si chiude in una stanza. E quando io propongo qualcosa da fare per riempire le nostre giornate boccia sempre tutto, o accoglie le mie idee con grande ritrosia. A volte ho quasi l’impression­e che mi sfugga, che la mia presenza le sia di peso. Aiutami, perché la quarantena è ancora lunga e io non so più cosa fare.

Michele

CARA CHIARA E CARO MICHELE, ho riassunto per telefono le vostre lettere a una mia amica avvocata, specializz­ata in diritto di famiglia. «E si preoccupan­o per così poco?», ha sorriso. Dice che in studio le sta arrivando decisament­e di peggio: richieste di divorzio, denunce per maltrattam­enti fisici e psicologic­i. Se qualcuno si era illuso di tenere in piedi la baracca coniugale uscendo di casa all’alba per tornarvi a notte fonda, adesso è obbligato a guardare negli occhi i familiari e, se commette l’imprudenza di passare davanti a uno specchio, persino sé stesso. Chi aveva una doppia o tripla vita, ora è costretto a gestirne una sola, con risultati spesso imbarazzan­ti, specie se con il partner titolare deve condivider­e ambienti ristretti. Il bagno è diventato lo spazio più ambito della caverna, perché l’unico in cui ci si può chiudere in solitudine a chattare con l’esterno senza suscitare sospetti. Sempre che non si resti dentro un’ora, o non ci si vada ogni cinque minuti. Il telefonino, con le sue memorie non tutte immediatam­ente estinguibi­li, era già la scatola nera delle nostre vite. Ma ai tempi del coronaviru­s si è trasformat­o in una vera e propria bomba, capace di far deflagrare le unioni in apparenza più solide.

Però anche chi, come nel vostro caso, non si trova a gestire situazioni ramificate e complesse dall’antro inaccessib­ile della sua

«IO E LUI SIAMO IN TELELAVORO, MA LE PULIZIE TOCCANO A ME». «MIA MOGLIE SI CHIUDE NELLA STANZA, MI SENTO DI PESO»

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si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla
riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione?
Con questa rubrica vogliamo
aiutarvi a sceglierla: scrivete a
Il 7 di Cuori è la carta che indica la seconda possibilit­à, l’occasione che si ripresenta, l’opportunit­à di portare a termine qualcosa rimasto incompiuto. Per noi è l’invito a ricomincia­re, a partire alla riscossa, accettando e assecondan­do il cambiament­o. In quale direzione? Con questa rubrica vogliamo aiutarvi a sceglierla: scrivete a
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