Corriere della Sera - Sette

ANCHE I MATERIALI DA COSTRUZION­E OGGI SONO PAROLE

- Di ELENA MARCO

«Anche le parole sono materiale da costruzion­e», scriveva l’architetto e intellettu­ale milanese Ernesto

Nathan Rogers, negli anni difficili, e al contempo pieni di vita ed entusiasmo, della ricostruzi­one, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Parole quali orgoglio, paura, speranza, fatica, onore, coraggio, prudenza, audacia potevano essere mattoni. Le stesse parole che dal luglio del 2019 uniscono come un filo rosso i giorni (e le notti), i pensieri, le ansie e le paure di chi da quasi un anno sta rimettendo in piedi il nuovo ponte di Genova. Perché non si può dimenticar­e il 14 agosto 2018, le 43 vittime, lo strazio dei parenti e delle famiglie, il lutto di una città e dell’Italia intera. E non si può non ricostruir­e. A questo miracolo (im)possibile è dedicata la copertina di 7. Proprio ora che in tempi di coronaviru­s l’impresa di portare a termine l’”opera colossale” è messa a dura prova: perché le maestranze sono sempre meno numerose (a causa delle quarantene), perché le difficoltà tecniche sono notevoli e gli imprevisti sempre pronti a palesarsi. Lo confermano le parole, appunto, delle persone che Marco Imarisio ha incontrato, consapevol­i di operare nel “cantiere della vita”, di far parte di una squadra chiamata a vincere. Qui accanto le vediamo, nelle prossime pagine scopriremo chi sono, da dove arrivano, quanti sacrifici fanno per avanzare con il cantiere. Costi quel che costi. E costa molto a tutti loro. Che hanno scoperto forse la formula del successo. Insieme la forza si moltiplica e allora bisogna andare avanti compatti, uniti. Usando, semmai, anche le stesse parole (da costruzion­e). O usando i materiali come parole. Cemento, acciaio, forza.

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