COMPRO CASA ORA? (I PREZZI SCENDONO)
Mentre a New York c’è chi prova a cercare una abitazione fuori città per sfuggire all’emergenza, il mercato immobiliare italiano si ferma, come è già accaduto nel 2008 (crisi di Lehman Brothers) e nel 2011 (crisi dello spread). Forse anche di più. Cosa sta per capitare? L’unico consiglio: nervi saldi
L’agente immobiliare si premura di sapere se il potenziale acquirente della casa ha febbre o raffreddore, gli fa togliere le scarpe prima di entrare e lo invita indossare calzature usa e getta, lo fa disinfettare e cerca di impedirgli di toccare maniglie e stipiti. Scene surreali quelle descritte dal New York Times il 16 marzo in un lungo articolo che racconta le trattative per l’acquisto di casa all’epoca del coronavirus e che racconta anche come i newyorkesi stiano cercando abitazioni fuori città per sfuggire all’emergenza.
Le nuove regole
Una descrizione che però valeva due settimane fa e per New York; in Italia oggi non solo non è possibile fuggire fuori dal comune di residenza, ma in questo momento nessuno o quasi sta vedendo una casa da comprare o da affittare: si violerebbero le norme sugli spostamenti del decreto #iorestoacasa. E comunque la visita non si potrebbe compiere con l’assistenza di un mediatore, dato che le agenzie immobiliari devono sospendere le loro attività al pubblico in quanto non sono (le parole sono sul sito del governo a risposta di una domanda esplicita in tal senso) un’attività essenziale. Certo, si possono organizzare visite virtuali, ma in Italia nessuno chiude una trattativa di acquisto o di affitto di lunga durata solo per aver visto una casa su Internet. Ma al di là del rispetto delle norme, al quale magari furbi e furbetti cercherebbero comunque di sfuggire, c’è un’altra ragione più profonda perché il mercato immobiliare si sia fermato: chi ha le condizioni di spirito per pensare di comprare casa, l’operazione che da sempre costituisce la più chiara affermazione di fiducia nel futuro?
Credere che una volta superata la fase di emergenza tutto possa tornare alla normalità oggi appare del tutto fuori luogo perché queste settimane sono destinate a cambiare radicalmente le nostre vite e anche il mercato della casa. E per comprenderlo basta ricordare che cosa è successo nel passato senza bisogno nemmeno di andare troppo indietro nel tempo: compravendite e prezzi immobiliari dopo essere arrivati ai massimi storici hanno avuto un primo violento stop quando, innescando una crisi mondiale, è fallita Lehman (autunno 2008); una seconda frenata ancora più brusca è avvenuta nell’autunno del 2011, quando abbiamo dovuto affrontare una crisi tutta domestica, quella dello spread.
I numeri
Ora, è del tutto evidente che stiamo vivendo una crisi molto peggiore delle due appena citate e oltretutto il coronavirus si abbatte su un mercato che, se si eccettua la parziale eccezione di Milano, non aveva ancora del tutto assorbito le due botte precedenti e che, per restare alle metafore cliniche, era ancora convalescente. Il 2019 si è chiuso con 603 mila compravendite di case, mettendo sì a segno il sesto rialzo annuo consecutivo ma a un