«IL NEMICO PRINCIPALE È L’INFIAMMAZIONE, CHE È ALLA BASE DI TUTTE LE GRANDI PATOLOGIE: DOBBIAMO TENERE SOTTO CONTROLLO L’INSULINA. PER NOI ANZIANI È MOLTO IMPORTANTE IL DIGIUNO, QUANDO LO FACCIO NON RISPONDO NEANCHE AL TELEFONO»
«La fertilità dell’uomo è diminuita in modo drammatico, abbiamo sempre meno spermatozoi e sono sempre più lenti. Con tutta probabilità dipende dall’ inquinamento dell’ambiente e all’utilizzo di sostanze come il bisfenolo, che da dieci anni è proibito nei biberon dei bambini ma viene ancora impiegato nell’alimentazione. C’è un inquinamento estrogenico e sempre più sostanze anti androgeniche, come quelle messe nelle bottiglie d’acqua in plastica perché non ingiallisca e rimanga sempre trasparente». Weeekend con voli di 24 ore, bagagli pesanti e permanenze lampo. Anche il modo di viaggiare ci danneggia?
«Siamo turisti non viaggiatori. Il viaggio deve aiutarci a cambiare, io stesso ho girato il mondo per lavoro, ma quando posso, una volta ogni due anni, prendo un volo per andare a camminare in Himalaya: anche 40 giorni, tra la bellezza e il silenzio delle montagne, che a volte ci conforta più di quella dell’architettura».
L’amore aiuta a vivere più a lungo?
«È il nutrimento della vita, ha a che fare con la compassione della tradizione buddista. Quando sei innamorato hai una attitudine positiva verso gli altri, sei innamorato di una persona ma sei innamorato del mondo: però come dice Marco l’amore appare solo quando la mente muore».
Ha dedicato il libro a sua moglie
Jo, madre dei suoi due figli. Che insegnamento ha dato come padre?
«Ho imparato più io da loro, che loro da me. I figli li abbiamo in una età in cui siamo ancora impreparati per insegnare la vita: ma la sera gli ho letto tante storie meravigliose. Il Libro della Giungla è una bellissima storia che contiene messaggi di onesta e rispetto per la vita».
Lei è diventato noto al grande pubblico in tarda età. Che effetto fa raggiungere il successo da anziani?
«Incontro persone che mi ringraziano ed essere circondati da persone grate è bello. Ma sono anche preoccupato perché a volte vedo che l’interesse non è per il medico, ma per la persona famosa. Una volta sono stato invitato a una conferenza a Catanzaro e sul volantino, sotto al nome Berrino, c’era scritto “visto in tivù”. Ci sono rimasto male».
In queste settimane drammatiche è apparsa su un grattacielo di Santiago del Cile la scritta: «Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema».
«Più che altro era una norma abnorme, che non aveva nulla a che fare con il modo di vivere dell’uomo, uno stile di vita stressato e convulso. Temo che ci torneremo, anche se saremo un po’ più saggi e preparati, sia nelle strutture sanitarie che nella nostra vita spirituale».