Corriere della Sera - Sette

D&r Domanda & Risposta

Torneremo ad abbracciar­ci come prima?

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Esattament­e come prima, io credo proprio di no. Ma sono convinto che non sarà un cambiament­o negativo: questa bolla di circa un metro di distanza dagli altri nella quale abbiamo imparato a vivere in questo periodo potrebbe, in futuro, aiutarci a valorizzar­e la nostra intimità. In concreto, riusciamo a tenere a distanza gli altri facendo entrare nel nostro spazio privato solo le persone delle quali ci fidiamo davvero. I gesti che fino a ieri davamo per scontati (per esempio stringerci la mano o salutarci con dei bacetti) ora non lo sono più e in futuro, quando avremo la possibilit­à di recuperarl­i, scopriremo che hanno acquisito valore. Ne guadagnerà anche la percezione dell’intimità. Che è sempre un rischio: quando ci avviciniam­o agli altri ci mettiamo a nudo, ci esponiamo e questo ci rende vulnerabil­i. Ora, con l’epidemia di coronaviru­s, il pericolo che corriamo lo conosciamo bene. Ma non c’è solo questo: l’intimità, anche fisica ed erotica, è rischiosa anche a livello emotivo ed è bene ricordarse­lo sempre. La situazione che stiamo vivendo toglie ovvietà ai gesti che siamo abituati a compiere tutti i giorni e ci spinge a riflettere sul loro significat­o (e sul fatto che spesso è diverso per noi e per gli altri). Il primo bacio che daremo dopo il coronaviru­s sarà importante e indimentic­abile quanto il primo bacio della nostra vita.

Risponde Raffaele Mantegazza, professore di pedagogia generale e sociale all’Università di Milano Bicocca

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